Nel giorno in cui ricordiamo Maria, Madre della Chiesa ci giungono dalla Nigeria terribili notizie riguardanti la strage di cristiani in quella terra. Notizie purtroppo che non trovano spazio nei Tg nazionali ma che ci riguardano. Sono nostri fratelli, testimoni di quella fede vissuta da noi ancora così tiepidamente. Sono quel sale della terra e quella luce del mondo, quel seme di vita nuova che genera continuamente la Chiesa.

Ieri durante a celebrazione di Pentecoste uomini armati di fucili hanno aperto il fuoco contro i fedeli dentro nella chiesa cattolica di san Francesco Saverio a Oxo nel Sud Ovest del Paese, uccidendo più di 40 persone, tra cui molti bambini, che celebravano la Solennità. Tantissimi i feriti che, seppur immediatamente soccorsi e trasportati in ospedale, rischiano di non sopravvivere a causa delle profonde lesioni riportate, considerando anche la scarsità dei mezzi sanitari.

Quanto avvenuto in Nigeria ha radici lontane. Da quasi 20 anni gruppi estremisti e terroristici commettono attentati nei confronti di cristiani e musulmani moderati: chiese distrutte, dieci sacerdoti uccisi, centinaia di ragazze rapite da istituti scolastici costrette a convertirsi all’Islam e a diventare schiave sessuali.

Questa terra, evangelizzata dai missionari irlandesi cent’anni fa, era stata per secoli pacifica. La convivenza senza tensioni tra religioni diverse era un fatto normale. Tutto ciò è cambiato a causa del fanatismo religioso di alcuni gruppi musulmani integralisti. La situazione è insostenibile. Ma ciò che più mi fa male è che di tutto questo non se ne parla, o se ne parla solo quando tra le vittime ci sono degli stranieri e in particolare degli italiani.

Oggi ricordiamo la maternità di Maria nei confronti della Chiesa. Queste doglie così dolorose guardandole con gli occhi della fede sono certamente preludio di vita nuova ma abbiamo bisogno anche che il Grande Mondo, quello concentrato sul potere e gli interessi economici, si giri a considerare questi nostri fratelli e abbia il coraggio di dire chi sono i mandanti e gli uccisori di tutto questo dolore.

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