8 Giugno 2022

Le adolescenti molestate a Peschiera del Garda e la miopia generale

Non c’è che dire. Noi, gente nata a cavallo del nuovo millennio, abbiamo una capacità straordinaria di convertire la realtà a nostro uso e consumo. Sovente anche i media e oggi dobbiamo aggiungere anche i social, non aiutano a leggere i fatti nel modo giusto. Le narrazioni risultano dunque inficiate ora da una parte ora dall’altra dal colore politico. Prendiamo i fatti.

Il 2 giugno centinaia di ragazzi si sono dati appuntamento sul lungolago di Peschiera del Garda attraverso un tam tam su TikTok e altri social. Ci sarebbe stata una rissa dovuta al furto di un portafogli e alcuni disordini, che hanno spinto l’amministrazione locale a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Alcuni video postati sui social mostrano ragazzini aggrappati ai trenini turistici, altri che saltano sulle automobili parcheggiate, uno scooter con una coppia in sella circondato in strada e spinto da un lato e dall’altro, denunce di furti e quant’altro.

Il fatto più grave è quello che si è verificato su un treno diretto a Milano. Sei ragazze tra i 15 e i 17 anni, di ritorno da Gardaland, hanno denunciato di essere state molestate da un gruppo di ragazzi nella calca dei vagoni. “Eravamo circondate. Il caldo era asfissiante, alcune di noi sono svenute”, hanno raccontato. Gli abusi si sarebbero verificati mentre cercavano di avanzare lungo il treno per cercare un controllore, con palpeggiamenti, molestie verbali e accerchiamenti.

Non sono entrata nella discussione rispetto ai fatti accaduti durante il raduno nazionale degli Alpini. Il mondo degli adulti e quello politico fanno acqua da tutte le parti ma quello a Peschiera del Garda che ha per protagonisti della vicenda centinaia di adolescenti, dagli undici ai 17 anni, mi inquieta e non poco. E sarebbe davvero tragico liquidare la cosa solo come una goliardata o solo come un problema del colore della pelle dei molestatori.

Innanzitutto, ci sono le famiglie. Le grandi ignorate dai media e dai politici che hanno espresso le loro opinioni al riguardo. E con famiglie intendo sia quelle delle ragazzine che quelle dei “molestatori”. Dove sono? Cosa fanno? Chi si prende cura di loro, dei genitori intendo? Come aiutarli quando il loro figlio o la loro figlia finisce per appartenere ad un branco? Durante l’adolescenza è molto semplice cadere in questi giri e identificarsi con lo spirito di un branco perché il desiderio di indipendenza è alle stelle e anche la propensione verso qualcosa di grande e di forte.

Poi, in secondo luogo, è necessario occuparsi delle famiglie che sono immigrate nel nostro Paese. Non si può ignorare che il gruppo dei molestatori erano tutti stranieri e non si può ignorare che i fondamenti culturali siano diversi, piaccia o no. Come vivono? In che modo abbiamo favorito la loro integrazione? Che idee hanno sulla donna? Come vengono aiutati a scuola? 

A me interessa poco della divisione tra propaganda sovranista e moderni comunisti. Mi interessano le vittime e sono tanto quelle ragazzine tanto i loro “molestatori”, tanto gli adolescenti con la birra in mano quanto quelli che fanno a botte per un portafoglio rubato. Fin quando non focalizziamo l’attenzione su di loro perdiamo solo tempo.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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