Fabio Ridolfi, tetraplegico di 46 anni, ha chiesto la sedazione profonda con interruzione di idratazione e nutrizione. Vuole morire, “lo Stato non mi permette di farlo attraverso il suicidio assistito” ha dichiarato attraverso i media.

Sembra proprio una provocazione indotta purtroppo. Vorrei sapere chi gli sta accanto in questo momento, se la sua comunità parrocchiale si è mobilitata, se qualche sacerdote e cristiano di buona volontà abbia cercato di presentargli un’altra strada possibile…Spero di sì. Spero che qualcuno gli abbia detto che la sua vita vale, vale molto ed è intangibile. 

Questo aggettivo intangibile deriva dal latino tangere, toccare, intangibile è qualcosa che non si può o non si deve toccare. Ogni persona in qualunque stato della sua vita vive, la sua esistenza è sacra. Forse nessuno gli ha ricordato questa sacralità. Forse Fabio pensa che decidere di morire sia una scelta di valore, coerente con la sua dignità.

Mi rendo conto che il suo stato gli procura una indicibile sofferenza. Il dolore è un enigma per l’uomo e uno scandalo per un cristiano. Il credente a buona ragione può chiedersi: “Se Dio è buono, perché infligge o permette che siano inflitte alle creature innocenti e da Lui amate il dolore e la morte?”. Il nostro dolore e la nostra morte ci fanno pensare che Dio sia assente o indifferente. Ma noi sappiamo che Dio non abbandona l’uomo al suo destino e, per puro amore, si fa uno con l’uomo, gli si pone al fianco e percorre sino in fondo la via della condizione umana.

Dio è presente tangibilmente in tutti coloro che servono con amore il loro fratello sofferente. Prego che Fabio riconosca questo amore, si lasci raggiungere nella sua sofferenza dallo sguardo di Gesù. Il Solo che può dare un senso alla vita e alla morte.

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