13 Luglio 2022

Sfregiata in nome dell’“amore” che non c’è

Ieri pomeriggio ero dal mio parrucchiere per il colore periodico e nell’attesa che il magico intruglio facesse il suo effetto sui miei inevitabili fili bianchi, una ragazza tutta emozionata si preparava per il suo diciottesimo compleanno. Non ho potuto fare a meno di appassionarmi al suo entusiasmo, al modo in cui desiderava che i capelli scendessero, il sogno della coroncina per una sera, la luce che le brillava negli occhi. Ho provato un misto di tenerezza e di gratitudine per lei. Non aveva niente di stucchevole, solo la mente accesa dai sogni della gioventù. Quando sono rientrata a tarda sera leggere la notizia invece di una ragazzina pugnalata al volto dall’ex fidanzatino, anche lui minorenne che poi è fuggito, mi ha molto rattristata. In poche ore due scene completamente opposte.

Pensavo sinceramente che questi atti di gelosia, di rivendicazione assurda fossero archiviati nei film melodrammatici napoletani e invece un ragazzino di 16 anni in strada nel quartiere Montesanto di Napoli, incrocia la 12enne, che considerava la sua fidanzata, e dopo averla insultata e minacciata, l’ha colpisce al volto sfregiandola per sempre. Un marchio, un sigillo di proprietà, una punizione. Non so come leggere questo gesto assurdo. E permettetemi da madre anche qualche considerazione in più. Il fatto è avvenuto all’una di notte. Cosa ci fa una ragazzina all’una di notte per strada? Il ragazzo l’ha sfregiata con un coltello. Cosa ci fa un ragazzino di 16 anni con un coltello in tasca? E poi che tipo di amore è mai questo? Dove imparano che la fidanzatina è una “cosa di proprietà”?

Sento spesso politici riempirsi la bocca sulla malavita che regna in certi quartieri napoletani ma cosa si fa concretamente per aiutare le famiglie e i giovani. Scusate se lo dico con piena cognizione di causa ma a me sembra che sul territorio gli unici che si danno da fare sono preti e associazioni ecclesiali che cercano di entrare nelle case, di richiamare a sé i giovani, dare loro un’educazione, soprattutto affettiva, essere punti di riferimento. Ci scandalizziamo sì ma poi? Tutto quello che sappiamo fare è una sterile rivendicazione femminile. Panchine rosse contro il femminicidio. E poi? E invece è dall’adolescenza che dobbiamo prenderci cura di questi ragazzi e non bombardando le donne con quelle stupide prediche sull’equiparazione tra maschi e femmine o sulla necessità della loro autonomia come segno di rivalsa contro l’universo maschile. I nostri figli meritano molto di più, meritano di conoscere l’amore vero, l’amore pieno. Quello che ti ricolma il cuore di bene e non ti sfregia il volto con un coltello. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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