15 Dicembre 2022

Per le coppie conviventi quale proposta pastorale abbiamo?

La settimana scorsa sono stata invitata a tenere un incontro alle coppie che si preparano al matrimonio in una parrocchia di una città vicino alla mia. Erano presenti tra gli altri, Giulio e Fabiana, si tenevano per mano, e si sarebbero sposati l’indomani mattina. Ad ogni mia parola, i loro occhi si illuminavano e si riempivano di lacrime. La commozione alla vigilia del matrimonio era certamente molto grande. A conclusione mi sono soffermata a parlare un po’ con loro. Mi hanno detto che convivevano da cinque anni e avevano una bambina. Ho chiesto loro perché ad un certo punto avevano scelto di sigillare la loro unione con il sacramento del matrimonio. E molto candidamente mi hanno risposto: “Per regolarizzare la nostra posizione. Ma questo percorso ha acceso una luce nuova nella nostra relazione e sinceramente siamo dispiaciuti di doverlo concludere. Abbiamo chiesto al nostro parroco di poter continuare anche dopo le nozze”.

In Italia, nel 2020 si registravano un milione e mezzo di convivenze; un figlio su tre è nato in coppie conviventi. Sono dati che non sfuggono agli operatori pastorali impegnati nei vari cammini di preparazione al matrimonio. Sono alcuni anni infatti che la maggior parte delle coppie è ormai convivente, non raramente con figli. Queste coppie arrivano alla scelta del matrimonio religioso dopo anni di convivenza più per convenzione che per convinzione. Di fronte a questa realtà e a questi numeri, qual è la risposta che la pastorale ordinaria mette in campo per loro?

A me sembra che ci limitiamo o a far finta di nulla quasi liquidando la questione come frutto della modernità e pensando di non poter offrire altro che un corso di preparazione al matrimonio insieme ad altri fidanzati o suggeriamo subito le nozze religiose più per regolarizzare situazioni irregolari che per evangelizzare il loro amore. Entrambi gli approcci hanno evidenti limiti.

Nel primo caso attenzionare tali situazioni solo al momento della richiesta del matrimonio religioso e introdurli in un cammino con fidanzati che si preparano al matrimonio, significa ignorare che il loro rapporto necessità di un accompagnamento preciso perché la loro realtà ordinaria è diversa. C’è un vivere insieme in una stessa casa e spesso ci sono i figli. C’è inoltre una effettiva situazione di peccato che ha bisogno di essere sanata. Nel secondo caso se proponiamo il matrimonio religioso solo per “regolarizzare” la loro unione davanti a Dio senza richiedere un tempo di preparazione più ampio, una presa di coscienza reale del sacramento e anche il coraggio di prepararsi attraverso un tempo di astensione dai rapporti sessuali, noi proponiamo una pastorale strumentale e normativa, non evangelica.

Dobbiamo dunque ripensare ad una pastorale che abbia a cuore le coppie conviventi, che superi la dialettica lecito / non lecito, che sappia offrire una proposta di fede adatta al loro stato di vita, che sia inserita nel contesto di una comunità ecclesiale che li accompagna e si prende cura di loro. A cosa li dobbiamo condurre: al matrimonio? No, li dobbiamo condurre ad una persona: Gesù. Se scoprono e riconoscono il Maestro come la fonte dell’acqua viva coma la donna al pozzo di Sicar, chiederanno di seguirlo, amarlo e testimoniarlo nella loro vita. Chiederanno che il Maestro entri nel loro amore, che lo benedica e lo risani, che lo purifichi e lo trasformi in una sorgente di grazia.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.