23 Dicembre 2022

Figli: che tipo di genitore sei?

La maggior parte delle domande, che ricevo agli incontri di catechesi con gli sposi o dopo le trasmissioni su Radio Maria, riguarda l’educazione dei figli. Mettere al mondo un figlio genera ansia, attese, gioie e spesso anche un senso di inadeguatezza quando ci si accorge che quel figlio è un tantino diverso da come si immaginava.

Ognuno fa del proprio meglio. Non è scontato dirlo subito. I genitori amano i propri figli e desiderano la loro felicità e i figli amano i propri genitori e li guardano con grande ammirazione. Almeno fino a che non subentrano le tempeste ormonali ad allontanarli dai loro genitori per cercare il proprio posto nel mondo.

Ora bisogna aggiungere che figli si nasce, genitori invece si diventa. E non è così naturale né scontato come potrebbe pensare chi ancora non lo è. La maggior parte si affida alla legge inscritta nella sua carne, tende cioè a replicare pedissequamente o a prendere le distanze in modo quasi rancoroso dai modelli familiari ricevuti nella propria infanzia.

Ci sono dunque genitori ultra-esigenti che pensano che i baci ai loro figli “bisogna darli di notte mentre dormono” mentre di giorno bisogna fare sacrifici, rinunce, seguire regole precise. Ci sono poi i genitori-eroi, li chiamo io, cioè quelli pronti a risolvere qualsiasi piccolo intoppo i figli possono trovare sulla loro strada, dall’allacciarsi le scarpe alla protesta a scuola per un brutto voto, “mi occupo io di tutto” è il loro motto. Ci sono poi genitori che parlano fino allo sfinimento, quelli che pensano di educare facendo sermoni dalla mattina alla sera, senza accorgersi che i figli intanto hanno inserito la modalità “silenzioso”.

Ci sono poi i genitori accudenti, quelli cioè che quando un figlio torna da scuola lo accolgono con mille baci, un piatto caldo, i vestiti sempre puliti e alla moda, il medico a casa per qualche starnuto in più e le vitamine sempre a portata di mano per prevenire eventuali malanni. Ci sono poi i genitori amici – attenzione perché ritengo essere i più pericolosi -, sono quelli che si vestono come i loro figli, usano lo smartphone più dei loro figli, vanno in palestra con o più dei loro figli, temono terribilmente di invecchiare e ti mettono il preservativo nello zaino perché fa molto genitore moderno.

Potrei continuare… Io non so ancora in quale categoria mi devo inserire. Sono a scavalco tra un genitore accudente e ansioso e quello esigente. Dunque vi parlo da chi condivide le stesse preoccupazioni educative di tutti i genitori. Ma negli anni e con l’aiuto di Dio ho compreso due cose che vorrei condividere. La prima è che educare è amare e l’amore richiede tempo. Sotto una certa soglia di tempo la relazione educativa non esiste, se non investo energie e tempo di qualità l’educazione si riduce ad un addestramento, una prescrizione di regole, qualche consiglio buttato qua e là. Dunque la prima cosa che dovremmo chiederci è: quanto tempo al giorno dedichiamo a parlare con nostro figlio e ad ascoltarlo? A volte bastano pochi minuti, altri abbiamo bisogno di dedicare più tempo, condividere un’attività insieme per far emergere disagi, domande o dubbi…Ciò che conta è fare la fatica di mettersi in gioco, senza paura.

La seconda è anche più importante della prima: che tipo di relazione abbiamo tra noi marito e moglie? Spesso le crisi che vediamo nei nostri figli, le loro ansie, le loro timidezze, l’incapacità di comunicare sono il riflesso delle nostre crisi coniugali. Quanti ragazzi ho visto sbocciare, emergere, dispiegarsi come rose, quando i loro genitori hanno deciso di dedicarsi a rafforzare la loro unità coniugale! Vedere un papà e una mamma che si amano, che decidono insieme i passi in famiglia, che si rispettano, che dialogano e si scambiano gesti affettuosi è per ogni figlio la più grande esperienza educativa che possiamo consegnare loro. I figli assomigliano non al papà o alla mamma, questo sì nel corpo, ma nel profondo somigliano alla relazione che hanno tra loro. Non una relazione perfetta ma dove i fallimenti come i successi vengono vissuti, sanati e praticati con amore con tutti i nostri limiti e tutto il desiderio di camminare insieme per il bene l’uno dell’altro.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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