27 Dicembre 2022

“Non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo!”

“È meglio parlare a Dio che di Dio, si mescola tanto amor proprio nelle conversazioni spirituali!” è santa Teresa di Gesù Bambino a scrivere questa frase nei suoi Scritti. Una santa, dottore della Chiesa, donna (non è scontato ribadirlo), che ha fatto dell’infanzia spirituale il cuore della sua fede e della sua grandezza.

Ed è la prima cosa che ho pensato leggendo l’articolo a firma di Michela Murgia su La Stampa il 23 dicembre. Ho dovuto rieleggere il titolo un paio di volte: “I cattolici amano un dio bambino perché rifiutano la complessità”. La mia mente non faceva altro che registrare l’errore della lettera minuscola alla parola “dio”. Il senso della frase era decisamente in secondo piano. Ho compreso solo alla fine che in quella lettera – minuscola o maiuscola – è racchiusa la vera differenza tra me e Michela e ho capito che era necessario pregare perché anche lei riconoscesse con il cuore in quel Bambino, il suo Dio.

L’esegesi del brano della natività presentato nell’articolo dalla nuova teologa Michela Murgia mi ha fatto decisamente sorridere. In fondo il suo è un atteggiamento molto diffuso tra gli intellettuali moderni: quello cioè di offendere tranquillamente il cattolicesimo senza temere le spiacevoli conseguenze che potrebbero esserci con altre religioni. E così inventa la teoria che il cattolicesimo infantilizzerebbe il suo Dio solo perché presenta l’immagine “zuccherosa” di un bambino Gesù da amare e adorare. E poi che la Santa Famiglia fosse povera ma non così tanto da non permettersi un albergo. La questione della stalla è solo perché “gli albergatori erano sold out”. E via discorrendo, fandonie del genere pur di propinare le sue tesi e vendere qualche copia in più del suo ultimo libro dal sottotitolo inquietante: Il catechismo femminista.

Insomma sorprende la sua crassa ignoranza ma ancora di più il direttore Massimo Giannini che non solo ha pubblicato questa “profonda” riflessione ma ha anche, attraverso i social, riproposto le tesi amene e eccentriche della Murgia. C’è di che preoccuparsi se qualcuno applaude a questo intellettualismo di seconda mano. Un tempo i giornali affidavano le riflessioni sul Natale a persone di un certo rango e una certa struttura del pensiero. Bei tempi…

Per ritornare ancora a santa Teresa di Gesù Bambino, nella sua ultima Lettera, su un’immagine che rappresenta Gesù Bambino nell’Ostia consacrata, la Santa scrive queste semplici parole: “Non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo! (…) Io Lo amo! Infatti, Egli non è che Amore e Misericordia!” (LT 266).

Fiducia, amore, piccolezza… sono il punto finale del racconto della sua vita, parole che come fari hanno illuminato tutto il suo cammino di santità, per poter guidare gli altri sulla stessa sua “piccola via” dell’infanzia spirituale. Cara Michela è più difficile “rendere l’umanità bambina che l’umanità adulta davanti alle sue contraddizioni”. Il segreto è proprio il contrario. È restare bambini, è affidarsi ad un Bambino. È Lui che ha cambiato la Storia. Anche la tua.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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