7 Gennaio 2023

Dimenticare chi ami: l’era della distrazione di massa

Quando ci si ferma per una sosta durante un viaggio in auto può capitare di dimenticarsi qualcosa: il cellulare, un portafogli, delle chiavi o altri effetti personali. È sicuramente più difficile e improbabile dimenticare chi viaggia insieme a te, specie se questo qualcuno è …la moglie.

È quanto accaduto in Thailandia, un uomo di 55 anni Boonton Chensu, dopo una sosta per andare in bagno, si è rimesso al posto di guida ed è ripartito. Anche la moglie, Amanuy Chaimoon, di 49 anni, era scesa dal veicolo per le stesse ragioni. Ma uscendo non ha più trovato il marito.

Niente di che se la “dimenticanza” si fosse risolta in una manciata di minuti e di chilometri ma è durata 160 km. Sì avete letto bene e per giunta non perché si sia accorto della sua assenza ma perché si è visto arrivare una telefonata da parte della moglie che nel frattempo ha dovuto individuare una stazione di polizia da cui ha contattato lo sbadatissimo marito.

Non vorrei essere stata nei panni del marito quando ha ritrovata l’”amata” moglie. Qualcuno di mia conoscenza, che ha letto la notizia, ha commentato che “in realtà il marito sperava di smarrirla definitivamente”. Il sorriso lascia spazio ad una riflessione seria. Non sappiamo nel dettaglio cosa sia accaduto nella situazione specifica, quello che registro è una distrazione generale sempre più dilagante rispetto alle persone, al loro vissuto, alla capacità di essere presenti in quel determinato momento. E questo è dovuto in gran parte all’uso che si fa della tecnologia a discapito della relazione. Basti pensare a quanti, mentre parlano con gli altri, consultano il proprio smartphone, o a chi risponde al telefono sempre e comunque.

Il fatto di essere connessi costantemente ci porta a distrarci più facilmente, ci distoglie continuamente da quello che stiamo facendo, ci lascia stanchi e senza forze. Io stessa ho dovuto constatare della difficoltà a scrivere un articolo quando il mio smartphone è vicino, imponendomi di spegnerlo durante quel tempo. Uno studio scientifico, condotto dalla prof.ssa Gloria Mark del dipartimento di informatica dell’Università della California ha calcolato che sono necessari quasi 25 minuti per ritrovare la concentrazione e tornare ai livelli di produttività pre-distrazione nel lavoro.

Questo bombardamento costante porta il cervello, già pigro di suo e sempre tendente a risparmiare energie, ad andare in protezione e a cercare di evitare ulteriori sforzi cognitivi oltre il minimo sindacale. E le relazioni ne pagano lo scotto maggiore. Basti pensare che invece di una telefonata posso contemporaneamente mandare messaggi di affetto, piuttosto che di comunicazioni di servizio o di cose da fare sul lavoro quasi contemporaneamente prima di passare ad altro. Per essermi dimenticata di rispondere ad un messaggio su WhatsApp, arrivato insieme ad altri cento, stavo quasi per perdere un’amica che conosco dalle elementari. 

Per quanto tempo ancora vogliamo continuare così? La certezza di avere tutto sotto controllo è un’illusione di onnipotenza molto comune. Abbiamo bisogno di rivedere le priorità e nella scala dei valori, le priorità hanno il volto e il nome di chi amiamo. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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