17 Febbraio 2023

Alice, la nostra bambina che ci ha insegnato la vera disabilità

Leggiamo, leggiamo molto. Insegniamo a leggere ai nostri figli. Consigliamo soprattutto libri che parlano di storie vere. Sono i più belli. Profumano di autenticità. Trasudano di fatica, dolore, amore, lacrime. In questi giorni stavo scavando nella mia libreria in cerca di un testo di spiritualità quando mi sono ritrovata tra le mani un piccolo volume: “PORTAMI A CASA Storie di straordinaria accoglienza” di Sempre Editore che un amico mi aveva regalato qualche tempo fa.

Sono 15 racconti genuini, scritti da famiglie che hanno messo a servizio il proprio tempo, la propria coppia, i propri figli, per ritrovarsi arricchiti del senso grande del valore di ogni vita, che solo la sofferenza più inspiegabile può scrivere così a chiare lettere. Cristina e Matteo hanno quattro figli naturali, alcuni anni fa si sono avvicinati al mondo dell’affido partecipando ad un corso per genitori affidatari. Un giorno arriva la chiamata: «C’è una neonata in ospedale, ha una paralisi cerebrale, un grave danno che non si sa come evolverà, ha bisogno di una famiglia». Cristina e Matteo sono pieni di dubbi ma alla fine decidono di rispondere di sì a quella richiesta. Dopo un mese di attesa vanno a prenderla in ospedale.

“Quando l’ho presa in braccio e ci siamo guardate è stato proprio come lo raccontano: amore a prima vista, un amore immenso e puro, e tutte le paure sono andate via in un attimo. I primi giorni sono stati intensi, dovevamo conoscerci e lei ha pianto tanto, ma quando la prendevo in braccio mi guardava e sembrava dirmi: «Io dormo, ma tu non sparire!» Pian piano ha capito che eravamo sempre là, tutti e sei rumorosi e calorosi per lei!” racconta Cristina “Appena portata a casa, i nostri figli si sono messi tutti attorno a lei, come in adorazione di un piccolo Gesù bambino… così piccola, fragile e indifesa! Ma quella bambina così piccola emanava una forza e un amore smisurato!”.

Tante persone hanno detto loro che erano bravi, altre si sono stupite e non hanno capito la loro scelta, altre si sono chieste perché dopo 4 figli sani si erano presi un problema così grosso, altre addirittura hanno sentenziato che trascurare i loro figli per accudire lei. “Noi non ci sentiamo né santi, né martiri, siamo una famiglia normale, abbiamo fatto una scelta che comporta certo dei sacrifici ma anche tanta gioia, i nostri figli non sono stati trascurati, anzi ne stanno traendo un grande insegnamento e ogni giorno siamo stati orgogliosi di loro, di come hanno accolto Alice e di come hanno affrontato tutto con semplicità e amore”.

“Leggendo la diagnosi che avevano fatto i medici Alice avrebbe dovuto essere un vegetale e invece lei ci riconosceva tutti dalla voce e dal modo di avvicinarci, le bastava una mia carezza tra i capelli per aprirsi in un grandissimo sorriso. Ci sono stati giorni difficili, non possiamo nasconderlo, giorni duri dove accettare le parole dei medici sembrava impossibile, accettare il dolore di un figlio non è una passeggiata, ma lei sorrideva sempre, era un raggio di sole in casa nostra e ci ha insegnato che la vita va vissuta ogni giorno e che ogni giorno è meraviglioso perché vissuto nell’amore!”.

Purtroppo ad un certo punto Alice si è aggrava molto e il 22 novembre del 2021 “la nostra amata bambina è volata in cielo, cullata tra le mie braccia come avevamo previsto”. “Dio ci ha fatto una grande grazia permettendoci di stare con lei fino alla fine, come le avevo promesso la prima volta che l’ho vista. Col senno di poi rifaremmo tutto!”. E poi aggiungono una considerazione che a me sembra bellissima: “A pensarci bene è lei che ha aiutato noi. Abbiamo tirato fuori risorse che non sapevamo di avere, imparato ad usare presidi medici mai visti prima. Abbiamo imparato che disabile non significa infelice, abbiamo imparato ad essere felici per le cose più semplici. Quando il papà la prendeva in braccio o quando i fratelli la baciavano e giocavano con lei, lei era felice!”.

Non è forse questa la felicità che erroneamente cerchiamo in una perfezione che non esiste? Non è che la paura di questo amore così potente che travalica la ragione per diventare carne, sangue, abbracci, baci …ciò che si teme di più? Una famiglia con quattro figli non è già tanto? Sì ma è proprio questo strabordare che dona la capacità di andare oltre la mediocrità e l’illusione che siano le cose a dare senso alla vita.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.