18 Febbraio 2023

Spagna: aborto libero alle minorenni e lista nera per i medici obiettori

In Spagna se hai 16 o 17 anni puoi tranquillamente abortire senza il consenso dei genitori. E poi vuoi cambiare sesso? Basta compilare una semplice dichiarazione amministrativa a partire dai 16 anni. Il testo approvato l’altro giorno in Parlamento è passato con 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astenuti.

Il testo prevede l’autodeterminazione di genere, con cambio di sesso e nome sui documenti, a partire dai 16 anni. Fra i 14 e i 16 con il consenso dei rappresentanti legali del minore e, fra i 12 e i 14, con un’autorizzazione giudiziaria. Sopprime l’obbligo di diagnosi, per accreditare la disforia di genere, o i 2 anni di trattamento ormonale previsti finora. Proibisce ogni forma di terapia “di conversione” e prevede l’accesso a tecniche di riproduzione assistita nel Servizio Sanitario nazionale.

Inoltre nella stessa seduta plenaria è passata, con 185 sì, 154 no e 3 astenuti, la riforma dell’aborto. La riforma sancisce che «le amministrazioni dovranno garantire il libero esercizio dell’interruzione di gravidanza nei termini di questa legge e, soprattutto, veglieranno per evitare che la richiedente sia destinataria di pratiche che pretendono alterare, sia per confermare, revocare o ritardare, la formazione della sua volontà sull’interruzione o no della sua gravidanza».

Vengono poi aboliti altri due requisiti fino ad ora obbligatori. Prima le donne che in Spagna richiedevano di abortire ricevevano una busta con informazioni sugli aiuti pubblici e sugli incentivi per il sostegno alla maternità; dopo aver ricevuto questi documenti, era obbligatorio lasciar trascorrere tre giorni di riflessione prima di sottoporsi all’intervento. Un tempo breve ma almeno ragionevole. Secondo Irene Montero, ministro per le pari opportunità: “Lo Stato rispetta la decisione delle donne e non dubita delle loro scelte”. Rispetta o abbrevia i tempi per favorire l’aborto?

Ci sono anche altre due novità molto inquietanti: la gratuità, in tutte le strutture ospedaliere pubbliche, della pillola del giorno dopo e udite, udite, la lista dei medici obiettori di coscienza in ogni regione, dove i professionisti avranno l’obbligo di iscriversi (praticamente una specie di lista nera). Questo è progresso? È libertà? È tutelare le donne? Qualche giornalista ha scritto che la Spagna si trova “oggi dalla parte giusta della storia per tutti coloro che aspettano da decenni che nuovi diritti vengano riconosciuti o che i “vecchi” vengano messi al passo con i tempi delle esigenze della società in cui vivono”. Io vorrei invece stare dalla parte della dignità della vita umana e questo significa stare dalla parte delle donne, dei loro bambini, dei loro papà e dei genitori che dovrebbero essere liberi di esercitare il ministero educativo. Chi parlerà per loro?


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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