23 Febbraio 2023

I giovani contro Zuppi: la libertà di dare la vita

«Eva sa bene che la scienza sa tante cose, ma spesso dimentica l’essenziale: la scienza non conosce i miracoli. Eppure, qualcuno dice che i miracoli esistono», sono le parole del cardinale Matteo Zuppi riferendosi al libro “Il senso di Eva per la vita”, la storia della giovane donna emiliana Eva Lappi che ha accolto in casa persone senza fissa dimora, poveri, ex carcerati, tossicodipendenti e prostitute. Parole incriminate da un gruppo di studenti dell’Università Roma Tre per contestare la presenza del prelato, presidente della Conferenza Episcopale italiana, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo romano il 21 febbraio.

«Chiediamo di annullare l’invito al cardinale Zuppi e di predisporre l’inaugurazione dell’anno accademico in ossequio ai principi fondamentali del nostro ordinamento in generale, laicità e pluralismo, e di quello universitario, scienza e ragione, nello specifico», si legge nella petizione presentata dagli studenti del UAAR al rettore per tentare di bloccare la lectio di Zuppi. «Il rappresentante di una confessione religiosa che si rifà come la Chiesa Cattolica a uno stato puramente teocratico che non ha mai aderito a nessuna Dichiarazione o Convenzione internazionale per la protezione dei diritti umani fondamentali, che al contrario ricorre al Concordato per affossare l’iter delle leggi italiane non gradite sempre in tema di diritti e parità, dal fine vita alle persone lgbtq+ passando per la parità di genere, non può essere certo chiamato a dare lezione per di più proprio in tema di educazione ai diritti, in una università pubblica di uno stato laico o che voglia dirsi tale».

Dunque cosa contrastano questi giovani? Invocano presunti diritti laici che a loro avviso contrastano con la libertà e la laicità dell’Università? Solo perché chi parla è un rappresentante della Chiesa cattolica? E che tra l’altro nel suo discorso non ha fatto altro che invocare con indiscutibile intelligenza e commossa partecipazione la pace in Europa? È una mentalità molto diffusa e anche erroneamente ideologica quella che serpeggia nelle nuove generazioni rispetto al principio di laicità dello Stato che nel tempo si è trasformato in laicismo cioè privo di ogni forma di riferimento etico. Non voglio però fare una riflessione su questo ma provare a guardare i fatti da un altro punto di vista. Quello dei giovani, appunto.

Perché hanno alzato questo muro così sordo davanti a tutto ciò che anche da lontano ha l’odore di Chiesa? Perché sono così scettici di fronte a qualsiasi forma strutturata di fede? C’è certamente un bombardamento mediatico che riguarda lo sdoganamento di alcuni diritti di cui spesso si fanno difensori indefessi. C’è un potere molto più solido e insidioso, economicamente ben strutturato che si è infiltrato ovunque: nelle serie tv, nelle canzoni, nei libri che leggono i nostri giovani. Il risultato è evidente. Ma non è solo questo. Vorrei provare a fare anche una riflessione ad intra. A partire da noi, da noi cattolici intendo e dal nostro modo di trasmettere loro la fede.

Quali sono le nostre strategie? E qui non intendo solo il linguaggio che utilizziamo ma l’assenza di riferimenti forti. Molto spesso infatti li educhiamo alla fede come un dovere e non come un rapporto reale d’amore, una relazione autentica, una scommessa che dà senso alla vita e che ti conduce a dare la vita. Ciò che accade fondamentalmente quando la verità si fa vita e viceversa. La storia è piena di uomini e donne che hanno dato la vita per il Vangelo mostrando il volto di un Cristo vivo e presente tra noi. Che cosa vedono i giovani quando ci guardano oggi? Adulti ripiegati sulle loro necessità, concentrati sul conservare bellezza e forma fisica, accecati dall’idea di perdersi qualcosa di importante. Non vedono adulti che rimandano al Cielo, che fanno sentire la nostalgia di Dio, che hanno il coraggio di rompere la spirale della rassegnazione. 

I giovani cercano di silenziare la verità appellandosi al pluralismo e alla laicità e non si accorgono che essi stessi sono vittime di una forma di “dittatura del pensiero”. È ora di far vedere loro che esiste un’altra libertà, la libertà della croce. Quella che conduce a dare la vita in nome dell’amore. A me sembra che noi adulti abbiamo rinunciato da tempo.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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