24 Febbraio 2023

Pellegrini a Lourdes: il senso della sofferenza

“La croce senza il Crocifisso è dura da portare, la croce senza il Crocifisso non vede il mattino di Pasqua”: con queste parole il vescovo di Nocera-Sarno, Mons. Giuseppe Giudice ha sintetizzato nella sua omelia il senso della Giornata diocesana del malato che si è celebrata il 23 febbraio presso l’ex-monastero carmelitano di Pagani (SA).

Un’occasione per ricordare alcuni importanti e fondamentali anniversari che caratterizzano quel luogo. Il decimo anniversario (22 febbraio 2013) della nascita al Cielo del cav. Alfonso Russo, oggi servo di Dio, fondatore dell’Associazione Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, un’opera a favore dei poveri e degli ammalati, i 60 anni (11 febbraio 1963) dalla fondazione della stessa e soprattutto il giubileo dei pellegrinaggi a Lourdes. Cinquant’anni di una supplica accorata e fiduciosa alla Vergine per strappare soprattutto un miracolo: la grazia di accogliere la sofferenza e viverla con amore.

Ho partecipato anche io con la mia famiglia nel 2008 ad uno di questi 50 pellegrinaggi per prepararci alla Prima Comunione di nostro figlio. Partimmo di sera con il treno bianco, il treno degli ammalati. Con noi il vescovo, Alfonso Russo, alcuni sacerdoti, molti volontari, pellegrini e soprattutto tante persone sofferenti, anche con gravi forme di malattie e in carrozzella. Fu un viaggio faticoso. Nel corpo e nello spirito. Un pellegrinaggio appunto. Non con tutti i comfort che oggi ci sono nei viaggi. Con noi un “pellegrino speciale”, come lo ha definito don Gaetano, uno dei sacerdoti dei Piccoli Discepoli della Croce, consacrati e sacerdoti nati sempre per ispirazione di Alfonso Russo, Gesù il Viandante, il Pellegrino.

Le celebrazioni eucaristiche vissute nel vagone, la preghiera liturgica, i pasti preparati al momento con tanto amore, la cura degli ammalati. Credo di non aver offerto mai a mio figlio la possibilità di fare una reale esperienza di carità come quella volta. I suoi occhi di bambino di otto anni hanno registrato con cura ogni particolare. Non dobbiamo avere paura di lasciare che i nostri figli facciano esperienze forti e anche “poco comode”. Arrivati a Lourdes sentivamo ancora il corpo muoversi sotto le oscillazioni del treno e così stanchi e anche un po’ sfatti ci siamo recati subito presso la grotta della Madre insieme agli altri pellegrini. Lì dove “Maria è esposta, notte e giorno, a tutte le intemperie, del cuore e della vita”.

Il vescovo Giudice ha consegnato nell’occasione un piccolo libretto “Come pellegrini” edito da Insieme, scritto in una notte dei tanti pellegrinaggi diocesani. Un piccolo tesoro ricco di spunti in cui, come un padre premuroso, egli traccia lo stile del pellegrinaggio a partire da cinque ipotetiche piscine nelle quali ogni pellegrino è invitato ad immergersi per chiedere la guarigione del cuore: la grotta, l’acqua, la confessione, le carrozzine e la luce. Sono i segni che maggiormente caratterizzano il messaggio di Lourdes, sono gli spazi del cuore dove anche i sensi partecipano al cammino di conversione dal peccato alla grazia che Maria ha chiesto alla piccola Bernardette. Come pellegrini è dunque un piccolo strumento da tenere con sé, corredato anche da un semplice schema del Rosario, per entrare nel mistero di Lourdes e lasciarsi attraversare dal senso della sofferenza. La serata è stata chiusa con l’inaugurazione della mostra che ricorda questi 50 anni di pellegrinaggi allestita da don Gerardo Coppola, anche lui uno dei Piccoli discepoli della Croce, emozionato e commosso per gli oggetti che sono il segno soprattutto di una fede viva e radicata.

Riprendendo il messaggio di papa Francesco per la Giornata del malato, il vescovo ha ricordato che “ci sono due periferie dove come cristiani non possiamo essere assenti: la nascita e la sofferenza” e ha aggiunto “siamo chiamati a prenderci cura, a tessere una rete di relazioni significative ma a portare anche l’annuncio che la sofferenza senza Gesù è un dolore atroce e terribile”. Tornando da Lourdes nel 2008, dopo aver partecipato a tutti i momenti previsti, acquistammo la candela utilizzata poi nella celebrazione della Prima Eucaristia di nostro figlio. Un gesto semplice ma carico di fiducia nella Madre che tutti raccoglie sotto il suo manto materno. Mano nella mano con Lei siamo certi di poter attraversare il nostro pellegrinaggio terreno.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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