7 Aprile 2023

Nei Venerdì del dolore, con noi c’è Maria

Siamo onesti, la pagina della croce vorremmo volentieri cancellarla o strapparla dalla Scrittura. Un innocente che muore sulla croce, una madre costretta ad assistere ai patimenti e alla morte di un figlio. Che cosa c’è di più disumanizzante, di più doloroso, di più incomprensibile? Eppure, se non facciamo lo sforzo di entrare in quell’ora di agonia, di inserirci in quel dolore rischiamo di non partecipare alla redenzione e di perdere l’appuntamento con l’eternità.

Non siamo soli. Noi sappiamo che quella pagina così dolorosa è accompagnata da una presenza: Maria. Lei è lì, c’era al momento della nascita del Redentore. C’è nel momento della sua morte. Ogni donna, ogni madre c’è, nell’ora di un figlio. Il patire di un figlio è quello di una madre. È un tutt’uno e nel mistero del legame di Maria e Gesù è ancora più smisurata questa unità. Dalla croce Gesù “vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!” (Gv 19,26). Gesù vede la madre. Quale grande consolazione quello sguardo posato su di Lei avrà avuto in quel momento di solitudine e abbandono? Vede la madre e forse in un attimo anche nel suo cuore saranno passati tutti i giorni trascorsi con Lei. Sotto il suo sguardo ha imparato a camminare, a vestirsi, a mangiare, a pregare, ad amare Dio. E ora sotto quello sguardo deve imparare anche a morire, a compiere l’ultimo gesto prima di adempiere completamente alla volontà del Padre.

Allo sguardo, seguono le parole: “Donna, ecco tuo figlio”. Perché non la chiama mamma? Perché anche nel dolore risuona quell’appellativo usato all’inizio della sia missione “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”? Ecco l’ora è arrivata. Quale ora? Quella di “radunare nell’unità i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52): ecco lo scopo, il motivo per cui ha accettato quella fine drammatica. Radunare i figli di Dio, che erano dispersi, nell’unità di un solo popolo. E quel popolo ieri come oggi ha bisogno di una madre. Ha bisogno di Maria.

Nel dolore la sua maternità raggiunge il punto più alto. Ieri sera nella Messa avevo davanti ai miei occhi un giovane malato di un brutto male. Ha partecipato con una commovente profondità a tutta la celebrazione. Io guardavo lui e la madre, la madre e lui. Avevo davanti a me la scena che da secoli si ripete nella storia. Mercoledì all’udienza, il Papa lasciando i figli che aveva davanti ha detto: «Guardando Maria, la Madonna, davanti alla croce, il mio pensiero va alle mamme dei soldati ucraini e russi caduti nella guerra. Sono mamme di figli morti. Preghiamo per queste mamme».

“Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo regno!” (Spe salvi, 50). Noi sappiamo che nei venerdì santo della storia personale di ciascuno ci sei tu, ci sei tu Madre nostra. Resta con noi a attendere l’alba di un giorno nuovo.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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