UDIENZA DEL PAPA

Non si annuncia il Vangelo facendo i “leoni da tastiera”: parola di Papa Francesco

Screenshot video Vatican News https://www.youtube.com/watch?v=HwDkzh-j7b8

Papa Francesco all’udienza del mercoledì: “Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.

Durante l’abituale udienza del mercoledì, Papa Francesco ha proseguito, nella mattina del 12 aprile, la sua catechesi sull’evangelizzazione, riproponendo come modello San Paolo apostolo.

“In forza della sua stessa esperienza, – ha spiegato il santo Padre – Paolo non ignora il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco. Talvolta abbiamo a che fare con una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana. «Costoro – scrive l’Apostolo – sono premurosi verso di voi, ma non onestamente» (Gal 4,17)”.

Non possiamo ignorare, secondo Francesco, la sollecitudine con cui “alcuni si dedicano a occupazioni sbagliate”, anche nella stessa comunità cristiana: “si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni o un po’ l’amore di sé stesso”.

Per questo poi pone la domanda: “Quali sono le caratteristiche dello zelo evangelico vero secondo Paolo?” 

Il Pontefice a questo punto propone un elenco di “armi” che l’Apostolo indica per la “battaglia spirituale”. Fra queste c’è la “prontezza a propagare il Vangelo”, tradotta da alcuni come “zelo” e indicata come una “calzatura”. 

Perché? Come mai lo slancio per il Vangelo è collegato a ciò che si mette ai piedi? “Questa metafora riprende un testo del profeta Isaia, che dice così: «Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace, / del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (52,7)”.

Anche qui troviamo il riferimento ai piedi di un annunciatore di buone notizie, “perché chi va ad annunciare si deve muovere, deve camminare!” 

Però “notiamo anche che Paolo, in quel testo, parla della calzatura come parte di un’armatura, secondo l’analogia dell’equipaggiamento di un soldato che va in battaglia: nei combattimenti era fondamentale avere stabilità di appoggio, per evitare le insidie del terreno, perché spesso l’avversario disseminava di trappole il campo di battaglia, e per avere la forza necessaria per correre e muoversi nella direzione giusta. Per questo, la calzatura è per correre ed evitare tutte queste cose dell’avversario”.

Leggi anche: Lavare i piedi? “Non è una cosa folcloristica”. Il Papa nel carcere minorile (puntofamiglia.net)

Lo zelo evangelico è “l’appoggio su cui si basa l’annuncio”, e gli annunciatori sono un po’ come “i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa”. 

Non c’è annuncio – secondo il papa – senza movimento, senza “uscita”, senza iniziativa. “Questo vuol dire che non c’è cristiano se non in cammino, non è un cristiano se il cristiano non esce da sé stesso per mettersi in cammino e portare un annuncio. Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino”. 

E poi lancia una provocazione: “Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.

“Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto ad un’azione inaspettata e nuova: preparato per le sorprese”. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in “gabbie di plausibilità” o nel “si è sempre fatto così”, ma è pronto a seguire una “sapienza che non è di questo mondo”, come Paolo dice parlando di sé stesso: «La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio» (1 Cor 2,4-5).

“Ecco, fratelli e sorelle: – conclude Francesco – è importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo”. “E tu sei disposto a lasciare che Gesù ti cambi il cuore? O tu sei un cristiano tiepido, che non si muove?”.




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