13 Maggio 2023

Giubileo della speranza nel 2025: di quale speranza parliamo?

Non dimenticherò mai quella catechesi del mio padre spirituale sull’identità del catechista come uomo o donna di speranza. È lì che ascoltai un brano tratto dagli scritti di Charles Péguy, scrittore e poeta, su questa virtù così importante. Egli la chiama una “bambina irriducibile” che “va ancora a scuola/e che cammina/ persa nelle gonne delle sue sorelle”. Ma è più importante delle sue sorelle più anziane, fede e carità, perché “è lei, quella piccina, che trascina tutto/perché la fede non vede che quello che è/e lei vede quello che sarà/la Carità non ama che quello che è/ e lei ama quello che sarà/ Dio ci ha fatto speranza”.

Il 2025: è l’anno fissato per il prossimo Giubileo celebrato dalla Chiesa Cattolica e il tema sarà proprio la speranza. L’ultimo Giubileo è stato quello straordinario del 2015, promosso da Papa Francesco, con il fine di aiutare le donne e gli uomini del nostro tempo a riscoprire la grande misericordia di Dio. Il Giubileo è un anno speciale di grazia, in cui la Chiesa offre la possibilità di chiedere l’indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati per sé stessi o per parenti defunti. È anche un tempo propizio per riscoprirsi figli, per pregare, per convertirsi.

Come prepararci a questo grande evento? Come presentarlo nelle nostre parrocchie, affinché non resti un evento della Chiesa di Roma, ma coinvolga tutti i battezzati? È bene dirlo subito, Cristo è la nostra speranza. Non possiamo parlare genericamente di questa virtù se non a partire da Lui e dalla mancanza del riconoscimento della sua presenza nella nostra storia personale ed ecclesiale. Quando parliamo di speranza deve essere chiaro che ogni progetto – pastorale, ecclesiale, di evangelizzazione – deve partire da Gesù e ricondurre a Lui. È Lui che rende feconda la nostra vita, che ci fa uscire dalla sterilità delle relazioni, dalla tristezza dell’individualismo, dalla miopia di contare solo sulle nostre capacità. Chi ha il cuore pieno di Dio è già una persona di speranza perché vive ogni aspetto della sua vita, da quello vocazionale a quello professionale o di carità a partire da un incontro che gli ha cambiato l’esistenza, che lo inonda di gioia, che lo fa essere una benedizione per gli altri.

Dobbiamo poi puntare, e questo lo dico dal punto di vista della mia professione soprattutto, ad una narrazione di speranza nella Chiesa. Purtroppo, c’è il rischio di adeguarsi alla cultura del nostro tempo e di offrire solo una narrazione disperante a partire dalle situazioni storiche, sociali in cui viviamo. Non si tratta di mettere la testa sotto la sabbia, di ignorare i problemi o di smetterla di fare analisi sul calo delle vocazioni, o sui problemi che vive la comunità ecclesiale. Si tratta di dare spazio a quei semi di bene, a quelle storie, piccole e spesso nascoste di annuncio del vangelo e di testimonianza della carità, a quelle scelte che testimoniano tutto il bene che si cerca di fare. Di non essere troppo preoccupati di difenderci da quelle ideologie che pure stanno inquinando il nostro modo di pensare e di vivere da cristiani. Ne hanno bisogno soprattutto i nostri giovani che spesso non sanno dare un senso al perché sono al mondo, ne hanno bisogno per credere nella famiglia, nella possibilità di diventare genitori e dunque di donare la vita. La speranza ha molto a che vedere con la capacità di mettere la propria vita al servizio di Dio.

“Essere privi di fede e di speranza significa diffidare di Dio, dubitare della sua presenza e della sua capacità di salvarci” ha scritto il cardinale Sarah nel suo ultimo libro, Il Catechismo della vita spirituale. La speranza che non delude da offrire ad ogni uomo è Gesù. Il Giubileo sarà dunque un tempo per verificarci su questo, una luce che certamente ci donerà la direzione necessaria.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.