10 Ottobre 2023

Non possiamo rassegnarci al male

Sono atterrita mentre vedo e sento le urla disperate di Noa Argamani, portata via a bordo di una moto da un gruppo di palestinesi, probabilmente di Hamas. La giovane israeliana è stata rapita mentre si trovava a una festa nel sud di Israele insieme al fidanzato. Anche lui è stato portato via. In un servizio, condiviso dalla tv locale AJN, parla il padre di Noa, distrutto dal dolore. “Non sono riuscito a proteggerla”, “mia figlia era pietrificata”: tra le lacrime il padre della ragazza raccoglie le ultime forze per commentare le immagini che fanno vedere il rapimento della figlia. Pochi secondi ma bastano per comprendere il dolore di un padre.

Ancora. Il video di una famiglia israeliana tenuta in ostaggio da guerriglieri di Hamas. Dalle immagini si vedono i bambini piangere disperati e terrorizzati. Chiedono se la sorellina che è stata uccisa tornerà mai indietro. Il miliziano dice loro: “Relax, relax” e poi aggiunge “tua sorella ora è andata con Dio”. Si sente sparare e tutti si buttano a terra. I genitori si gettano sui piccoli, per coprirli con i loro corpi.

Siamo tutti sgomenti mentre guardiamo le immagini dei conflitti che insanguinano ancora una volta la Terra Santa. E il bollettino dei morti e dei feriti si aggiorna minuto per minuto in un’escalation di terrore e di morte. Assistiamo come se quelle scene fossero lontane anni luce da noi e invece sono vicine, ci sconvolgono ma ci obbligano anche a chiederci il perché di tanto male. A chi giova questo ennesimo combattimento fatto in nome della propria fede?

È difficile entrare nel merito delle ragioni di questa guerra assurda che da anni insanguina quella terra. I media ci riportano opinioni contrastanti, esattamente come accade per la guerra nell’est dell’Europa. Ognuno rivendica ragioni storiche, strategie, patriottismo. Quello che vedo dalla mia postazione è solo che in questi conflitti tanta povera gente paga il prezzo più alto. E non mi rassegno all’atteggiamento di quanti davanti a questa mia “banale” affermazione fanno spallucce e aggiungono: “Così deve andare”. Non possiamo rassegnarci al male, non possiamo non dire che il terrorismo è una piaga puzzolente e dolorosa dell’umanità.

Dobbiamo imparare a dialogare. Dobbiamo imparare che c’è un’altra strada per risolvere i conflitti. Da quelli più piccoli, che riguardano spesso le relazioni familiari e fraterne a quelle più grandi che coinvolgono il destino di intere popolazioni.  La pace è fatta di piccoli passi verso l’altro. Che non significa mostrarsi deboli, significa che il bene comune è superiore a qualsiasi ragione.

Noi cristiani abbiamo un grande compito: pregare. Una preghiera ardente, continua, perseverante. Dobbiamo bussare al cuore di Dio, chiedere di fare la nostra parte, fare anche mortificazioni nel corpo per ricevere il dono della pace. La pace quasi sempre ha il sapore amaro della sconfitta. Significa che qualcuno ha dovuto fare un passo indietro, ha dovuto ridimensionare le sue pretese, mettere da parte le sue giuste rivendicazioni. Ma quando scende nel cuore il suo sapore si trasforma in dolcezza perché l’uomo, ogni uomo, nel profondo del suo cuore ha un frammento di infinito. E quando si permette alla luce di entrare, quel frammento diventa un riflesso capace di illuminare anche la notte più oscura. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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