20 Ottobre 2023

Dopo il divorzio breve arriva quello ad alta velocità, e i figli?

Altro colpo alla famiglia naturale. La Cassazione ha stabilito con una sentenza del 17 ottobre 2023 – ormai ci stiamo abituando al fatto che le sentenze stanno cambiando radicalmente il quadro normativo italiano – che quanto previsto dalla riforma Cartabia è applicabile su tutto il territorio nazionale senza discrezionalità da parte dei tribunali. In poche parole, è possibile divorziare in 24 ore. Non ci saranno più due cause legali, per la separazione e il divorzio, ma si snellisce la procedura unendola.

Per qualcuno è solo un modo per evitare di perdere tempo in avvocati e scartoffie varie se una coppia decide di separarsi. Eppure, c’è una logica importante nella tempistica. Direi sapiente. Nella mia esperienza ho visto coppie cambiare idea durante la fase della separazione. Spesso, all’inizio della crisi, ci sono tanti fattori emotivi che scatenano la decisione di separarsi. Si pensa che non vi sia via d’uscita. Poi piano piano, l’emotività lascia spazio alla memoria e alla bellezza dell’amore. Si cambia idea, ci si perdona. Il cuore dell’uomo è fatto per amare non per buttare tutto dalla finestra in un giorno. L’amore nasce per durare. I giudici lasciando tempo e mettendo la coppia davanti alle sue responsabilità, tra un’udienza e l’altra, offre anche delle possibilità. Chiaramente non mi riferisco a quelle situazioni estreme di violenza fisica dove una moglie deve essere allontanata per tutelarla. Fin toppo semplice fare di tutta l’erba un fascio. Mi riferisco a quelle situazioni, che sono la maggior parte, in cui altre sono le ragioni che portano alla separazione e spesso sono legate ad un desiderio molto egoistico di essere libero da legami e da responsabilità.

Il tempo prolungato del divorzio, inoltre, potrebbe essere un’opportunità. Un modo di verificare i motivi della crisi, affrontarli e superarli. Chi si occupa di questi sposi? Per la società civile è una questione strettamente personale. Per la Chiesa? Tranne qualche esperienza concreta di percorsi pastorali proposti da qualche movimento, non mi sembra che nelle diocesi ci siano equipe che si occupano di questo, tranne in casi rari.

E poi vogliamo parlare dei figli? Nella sentenza della Cassazione non si fa menzione dei figli. Semplicemente non contano. Non si mette proprio in conto un ricomponimento della coppia genitoriale per loro. Anzi è definita una forzatura. Ma almeno ci abbiamo provato? Io vedo in questa sentenza l’ennesima picconata alla famiglia nella speranza di cercare una felicità che non esiste. Anche in questo caso dovremmo avere l’onestà di chiederci: a chi giova tutto questo?


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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