È difficile entrare nel rapporto di coppia tra due persone ma essere un personaggio pubblico come la presidente del Consiglio dei ministri, significa accettare anche il rischio che tutta la tua vita è sotto i riflettori della stampa. Accade così di consegnare ad un post sui social la fine di un amore, quello tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno, giornalista di Mediaset.

Purtroppo, i panni sporchi sono stati lavati in diretta televisiva e questa volta Andrea è davvero indifendibile. Quando Striscia la Notizia ha pubblicato i due imbarazzanti fuorionda pieni di battute pesanti, volgari e a sfondo sessuale di Giambruno, io stessa ho provato un senso di istintiva repulsione verso questo uomo con la “u” minuscola chiedendomi come è possibile arrivare a questo livello di bassezza e oscenità senza porsi neanche per un istante il pensiero di avere una fidanzata e, scusate se è poco, una figlia di sette anni.

La solidarietà femminile verso Giorgia è esplosa naturalmente. Una donna che si trova a fronteggiare il suo ruolo di madre e di personaggio politico a fronte di un’umiliazione ricevuta su pubblica piazza. E non avrà modo né tempo di leccarsi le ferite, dovrà indossare la sua giacca e continuare il suo lavoro in un tempo in cui l’Italia ha tante emergenze da affrontare. Si aggiungeranno i commenti di quanti approfitteranno di questa situazione per farne un vessillo politico. Io non posso fare a meno di pensare al suo dolore, alla decisione così repentina di chiudere quasi fosse una conseguenza obbligata, senza darsi una possibilità. Qualcuno giustamente può chiedersi: e quale possibilità dare ad un “maschio” del genere?

Ribalterei la questione. L’esclusività dell’amore di una coppia, quindi la fedeltà, sembra oggi essere un retaggio del passato in faccia al luogo comune sul “non c’è niente di male” del tradimento. Vorrei ribadire invece che se si vuole essere felici bisogna essere fedeli e se si vuole essere molto felici, bisogna essere molto fedeli. Non declino una teoria ma un’esperienza concreta. Un amore “vediamo come va” è un brutale inganno. La fedeltà, anche nelle notti più oscure, è garanzia di felicità e di libertà. Come amava dire Chesterton: “ciò a cui si sentiva più legato era alla libertà di legarsi”.

Solo chi è libero può compromettersi e capisce cos’è l’amore. In questa prospettiva il matrimonio non è una gabbia ma una fabbrica di felicità in cui l’altro lavora per tirare fuori il meglio di te, reciprocamente. È faticoso chiaramente come tutte le cose belle e durature. Quelle che provengono invece dal Divisore sono solo illusioni momentanee perché lui è “un disertore che cerca di passare per un evaso” mentre il nostro Dio per dimostrare a tutti che nell’amore vince chi resta, si è lasciato inchiodare al legno di una croce.

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