15 Novembre 2023

Figli depressi, le soluzioni alternative faticose

Si tende ad attribuire al Covid la maggior parte dei disagi e delle depressioni degli adolescenti di oggi. E certamente la pandemia ha influito molto. Un sondaggio rappresentativo, attuato nella primavera 2021 dal CDC (Centers for Diseases Control and Prevention) in America ha rivelato che il 44% degli adolescenti si sentono tristi o senza speranza in quell’ultimo anno. Ma già il 37% degli adolescenti aveva riferito di sentirsi “triste” o “senza speranza” nella primavera del 2019, quindi prima della pandemia da COVID-19. E, in concomitanza, sono aumentati anche fenomeni quali il suicidio e l’autolesionismo. Dunque cosa sta accadendo?

Secondo Jean M. Twenge, docente di Psicologia alla San Diego University: “Ho notato i primi aumenti della depressione adolescenziale quando stavo scrivendo il mio libro sulla generazione nata dopo il 1995, intitolato iGen. All’inizio, non avevo idea del perché la depressione adolescenziale stesse aumentando così tanto in un periodo di tempo così breve. Ma poi ho notato alcune grandi tendenze nella vita sociale degli adolescenti: passavano meno tempo con i loro amici di persona e più tempo online. Questa tendenza non è buona per la salute mentale, specialmente per le ragazze, e soprattutto quando il tempo online viene speso sui social media”.

C’è dunque secondo la studiosa una stretta connessione tra l’uso dei social media e la depressione adolescenziale. Quegli spazi che si spacciano come piazze virtuali presentano dei rischi enormi. Tra questi uno stato di prostrazione che impedisce loro di sviluppare pienamente le loro capacità. Detto questo potrebbe sembrare di ascoltare una favola che si ripete. Quello che non si comprende è perché i genitori non mettano in atto delle linee di difesa. E qui vale la pena spendere qualche parola.

In primo luogo perché gli stessi genitori passano troppo tempo a smanettare sui social con i loro smartphone. In qualunque momento della giornata: a colazione, a tavola, mentre si aspetta il figlio in palestra, la sera sul divano…La regola che un figlio impara più dai gesti che dalle parole è antica quanto disattesa. Gli esempi e le buone abitudini diventano costume nella vita dei figli se vedono che quelle scelte e quelle abitudini sono incarnate dai loro genitori. Non dimentichiamo che per un figlio piccolo e adolescente il genitore rappresenta il modello in assoluto che si vuole imitare.

In secondo luogo, è importante non consentire ai bambini fino a 12 anni di avere account sui social media. “L’ideale sarebbe aspettare fino a ben oltre i 13 anni per accedere ai social media”: spiega ancora Jean M. Twenge, forse 16. Quando gli adolescenti hanno il permesso di accedere ai social media, sarebbe il caso di limitare il tempo che possono trascorrere sulle app (un’ora al giorno è un buon limite di tempo).

Mi rendo conto che non è facile: i bambini e gli adolescenti vogliono essere sui social media perché i loro amici sono sui social media. Inoltre, molti ragazzi si iscrivono agli account dei social media all’insaputa dei loro genitori. Bisogna dunque giocare sulla capacità di offrire delle alternative valide come invitare a casa gli amici dei figli per un’attività, iscrivere un figlio ad un corso sportivo, farlo appassionare all’arte, alla musica, al disegno. Insomma mostrare loro la differenza di dedicarsi a qualcosa di molto più entusiasmante e costruttivo. Questo costa fatica mi rendo conto. A volte noi genitori siamo egoisti perché mettere un cellulare in mano ad un figlio e tenerlo buono in un angolo ci dà l’illusione che abbiamo tutto sotto controllo. E invece il nemico abita le nostre case indisturbato, anzi con la nostra complicità.

Altra dimensione importante è fare rete tra genitori. Se molti pensano che il proprio figlio sia “costretto” a stare sui social perché sono i figli degli altri a starci, perché non confrontarsi con altri papà e mamme sui metodi educativi che vorrebbero adottare per creare una linea comune? Tutto questo a vantaggio della crescita salutare dei nostri figli.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.