NATALE

“Culle per la vita”: il Natale ci aiuti a vedere in ogni bimbo un dono per tutti

Una mangiatoia è stata la culla del Signore, in una stalla. Tutti conosciamo la storia. Tutti sappiamo che Gesù è nato povero, da genitori poveri, in terra straniera. La sua vita terrena si è aperta tra tante difficoltà. In questo giorno, non dimentichiamo i tanti operatori che si impegnano a salvare i più piccoli e le tante mamme che, con coraggio, danno una seconda possibilità ai figli, utilizzando le “culle per la vita”.

Dio si è fatto uomo, anche se è più corretto dire che, prima di tutto, si è fatto bambino.

A Natale ricordiamo che il Signore ha assunto su di sé tutte le condizioni della vita umana: ha abitato un grembo, è venuto alla luce emettendo vagiti e si è consegnato all’umanità nella piccolezza di un fanciullo.

In questi giorni di festa e di preghiera, noi di Punto famiglia vorremmo dedicare un’attenzione particolare a tutti coloro che si adoperano perché ogni vita umana sia tutelata e accolta.

Vogliamo parlarvi della bella realtà, forse poco conosciuta, delle “culle per la vita”.

Nel sito www.culleperlavita.it scopriamo che:

“La culla per la vita è una struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. In luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino ed è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino”.

Breve storia della “culla per la vita”

Nel sito già citato sopra, leggiamo che la prima “ruota degli esposti” comparve alla fine del XII secolo – nel 1188 – nell’ospedale dei Canonici di Marsiglia (Francia). Veniva posizionato un cilindro di legno, che ruotava su un perno. La donna o chi per lei metteva il bambino, poi, dall’altra parte, una persona lo accoglieva. Un campanello suonava, per avvertire che era stato lasciato un bimbo.

La persona addetta all’accettazione, allora, faceva girare l’apertura e prendeva il piccolo o la piccola che vi erano stati adagiati.

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Tempo dopo, anche l’ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma si attrezzò e iniziò ad offrire questa possibilità. Da allora, fino alla seconda metà dell’800, le ruote furono molto utilizzate e arrivarono addirittura ad essere 1200 circa in tutta Italia.

Purtroppo, però, questo prezioso strumento fu messo in discussione e, nonostante avesse salvato migliaia di vite, fu abolito. Nel 1867 chiuse la prima ruota degli esposti in Italia, a Ferrara. Nel 1923 tutte le ruote rimaste furono ufficialmente chiuse: non fu più possibile affidare un bambino alle cure di un ospedale in anonimato.

Le culle per la vita oggi

Bisognerà attendere il 1992 per tornare a parlare di qualcosa di simile, grazie al Dott. Giuseppe Garrone, fondatore del Movimento per la Vita di Casale Monferrato. Fu lui a introdurre il “cassonetto per la vita”.

Oggi le culle per la Vita sono strumenti utilissimi e a disposizione di chiunque. In questi giorni, in cui ricordiamo un Dio-bambino, che ha sperimentato la precarietà, vogliamo essere accanto a quanti si adoperano perché a nessun piccolo manchino braccia accoglienti e latte a volontà. E ci rivolgiamo con affetto a tutte le mamme coraggiose che, pur in mezzo a tante difficoltà, donano ai propri figli una seconda possibilità.

Trova la culla più vicina a te su questo sito: Dove sono | Culle per la Vita




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