DONNE E LIBERTÀ
Se la donna è costretta dall’uomo ad abortire… Storie vere di una libertà mancata

“O abortisci o ti lascio”, “Se tieni il bambino non ti amerò come prima”, “Sono sposato con un’altra, quel figlio deve sparire”, “Devi abortire per tornare sessualmente disponibile”: sono alcune frasi che delle donne si sono realmente sentite dire da alcuni uomini di fronte a una gravidanza inattesa… Non dimentichiamo che la vera libertà è stare con qualcuno che ci ami sul serio.
Nella mia esperienza di autrice, che per lavoro e per passione, raccoglie e racconta storie, noto un fattore comune a tante vicende legate all’aborto: l’uomo – padre del bambino quanto la madre! – spesso è assente, restio ad accogliere quella vita. A volte impone letteralmente che la gravidanza sia interrotta. Altre volte, opta, invece, per un ricatto emotivo: se la donna non abortisce significa che non lo ama e se non lo farà quel bambino cambierà il loro rapporto per sempre.
La ragazza, messa alle strette, si sente in dovere di liberare il compagno da un problema che non vuole.
Ovviamente, non è una regola: non tutti gli uomini sono così e reagiscono in modo simile. A volte abbiamo anche uomini vittime delle donne che preferiscono non coinvolgerli affatto nelle loro scelte, convinte che autodeterminarsi sia una prerogativa proprio del suo essere donna. Oggi voglio raccontarvi un pezzo di questa complessa realtà. Le storie che seguono evidenziano come molte donne non siano davvero libere quando scelgono l’aborto.
“O abortisci o ti lascio”
Tiziano (30 anni), dopo un rapporto intimo rivelatosi a rischio, ha detto alla fidanzata (con la quale aveva un legame stabile da due anni): “Se sei incinta devi abortire. O abortisci o ti lascio! Anzi, no, ti assillerò per nove mesi, giuro, ti farò pentire di averlo tenuto!”.
Stefania non era incinta, di fatto, ma ricorda quei momenti come i più angoscianti della sua vita e in cui maggiormente si è sentita sola.
“Non ti amerò come prima”
Carmelo, uomo di 46 anni, vedovo e già padre di un ragazzo di 20, alla compagna di 28, di fronte a una gravidanza inattesa ha detto: “Non puoi tenere questo bambino, mio figlio grande non accetterà un fratello o una sorella adesso, devo pagargli l’università. Abbiamo problemi economici, tu non hai un lavoro stabile, hai idea di cosa ci vuole per mantenere un figlio? Se lo tieni, io cambierò, non potrò più amarti come ti amo ora”.
La donna stava per cedere alla pressione; alla fine è riuscita a tenere la bimba come desiderava grazie ad una ginecologa che ha accolto la sua sofferenza e le ha offerto aiuto.
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“Quel figlio deve sparire”
Filippo ha scelto Elena solo come amante. Lui, sposato, aveva già una bambina, e quando Elena gli ha confessato di essere incinta lui non ha lasciato spazio al dialogo: quel figlio doveva sparire. Punto. Oppure lei doveva sparire con quel figlio e non cercarlo mai più.
Filippo se ne è lavato le mani al punto che ha mandato Elena in ospedale ad abortire da sola. Poiché lei era emotivamente provata e si vergognava della situazione per parlarne con la madre, ha chiesto ad un amico, Davide, di accompagnarla. Quest’ultimo è rimasto così segnato dall’esperienza da affermare: “Ero sereno e favorevole rispetto all’aborto. Fino a quel giorno, mi sembrava una forma di civiltà e di progresso, oggi penso solo a quanto ha sofferto la mia amica”.
“Sono troppo piccolo per diventare padre: se resti incinta, abortisci”
Mirko, 17 anni, ha rapporti con la fidanzata liceale di 16, dicendole che deve prendere la pillola (del preservativo non si fida) e che, comunque, se dovesse rimanere incinta lui non intenderebbe divenire padre minorenne. Ha una vita davanti, mica si comprometterebbe per un figlio… adesso!
“Ne discutiamo spesso… – ammette lei – Lui è deciso sull’aborto, io no, ma se capitasse non so cosa farei…”.
“Devi abortire per tornare sessualmente sfruttabile”
Infine, la dolorosissima storia di una prostituta, accidentalmente rimasta incinta di un suo “cliente”. Il pappone l’ha portata ad abortire immediatamente. Il motivo? Doveva tornare in strada il prima possibile: non voleva perdere i guadagni che otteneva sfruttandola “per colpa” di un bambino.
Cosa possiamo imparare da queste storie? Che il primo diritto di ogni donna è vedere riconosciuta la sua dignità e sentirsi amata.
Quando incontriamo un uomo, guardiamolo in profondità, chiediamoci, come suggerisce don Fabio Rosini, non tanto in che modo ci guarda (con gli occhi a cuoricino?) ma in che modo sta davanti alla vita: è onesto? Si mette in discussione? Vuole affrontare i problemi o scappa?
Un uomo immaturo e opportunista lo riconosci: vuole solo la parte piacevole delle cose, mentre rifugge, ogni volta che può, le sue responsabilità.
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