PAPA LEONE XIV
Leone XIV ai giornalisti: “Disarmiamo le parole”

Screenshot del video https://www.youtube.com/watch?v=gChFw1lTq0k
Il papa invita i giornalisti ad usare una comunicazione che “non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla”. È convinto che “la pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri”.
“Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”. Sono parole di Papa Leone XIV, che nella mattinata di lunedì 12 maggio ha incontrato i giornalisti giunti a Roma per il conclave, come rappresentanti dei media di tutto il mondo. Li ha ricevuti nell’Aula Paolo VI.
Li ha invitati ad essere “operatori di pace” e a cercare “con amore” la verità, rifiutando la “guerra delle parole e delle immagini”.
“Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”, ha esortato il pontefice, ricordando che “viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità”.
Per il pontefice neoeletto, è importante “respingere il paradigma della guerra” e ha invitato a non ricercare il consenso ad ogni costo. Lo ha fatto citando il discorso della montagna di Gesù. Papa Prevost ha dunque chiesto ai giornalisti l’impegno di “portare avanti una comunicazione diversa”, che “non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla”. Ha proseguito, infatti, dicendo che “La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza”.
Durante l’incontro, ha voluto mostrare la sua vicinanza a tutti gli operatori della comunicazione che stanno pagando un alto prezzo per aver avuto il coraggio di dire la verità, esprimendo la “solidarietà della Chiesa” ai giornalisti incarcerati per aver cercato e raccontato la verità. Ne ha dunque chiesto la liberazione, dicendo anche che “La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”.
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Ha speso delle parole anche per il fenomeno dell’intelligenza artificiale, che ha un “potenziale immenso” ma che bisogna affrontare con “responsabilità e discernimento” per “orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità”, un “responsabilità” che “riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali”.
Citando Sant’Agostino, il papa ha voluto lanciare un messaggio che rinnovi la speranza e inviti all’azione ciascuno: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi”.
Il Santo Padre ha infine voluto ringraziare gli addetti alla stampa e ad ogni mezzo di comunicazione per il lavoro svolto, per aver cercato di raccontare la Chiesa senza stereotipi: “Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, – ha detto – e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero”.
Qualcuno ha domandato a papa Leone se è previsto un viaggio a Nicea e ha risposto: “Lo stiamo preparando”.
Al momento dei saluti ai rappresentanti dei media internazionali, il papa ha lasciato il suo autografo su una palla da baseball, sport da lui amato sin dai tempi in cui viveva a Chicago; si è mostrato affabile e spontaneo e passando accanto a una giornalista vestita di bianco, ha scherzato sull’“abbinamento” cromatico, avvicinandosi alla reporter davanti alla telecamera.
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