Aborto

I fragili paletti della 194

gravidanza

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Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita, ha commentato la vicenda dell’aborto eseguito in fase molto avanzata di gestazione praticato a Padova: “Qualcuno evidentemente ritiene ormai che l’aborto sia un diritto valevole sempre”.

«La notizia di un aborto eseguito in fase molto avanzata di gestazione nella clinica ostetrica del policlinico universitario di Padova è di quelle che riempiono di dolore» dichiara il presidente del Movimento per la Vita, Gian Luigi Gigli, dopo aver appreso la vicenda di cui è protagonista una donna di 32 anni di origini salernitane. Si legge in un comunicato del presidente: «Non ci permettiamo di giudicare la madre che ha deciso di impedire a suo figlio di vedere la luce. Ad essa vorremmo solo dire che vi era la possibilità di altre soluzioni e che avremmo potuto e voluto aiutarla, se la sua scelta fosse stata frutto di disperazione».

La donna è ora iscritta nel registro degli indagati per procurato aborto: «La maggiore o minore età gestazionale del bambino non cambia evidentemente la natura dell’atto, ma la magistratura sta ora doverosamente indagando sull’eventuale falsificazione dei dati presenti nella cartella clinica. Tuttavia, se anche non dovesse esserci stato dolo nell’accertare l’età gestazionale, è necessario stigmatizzare la superficialità con cui sono state accertate le condizioni della donna e del suo bambino – prosegue la nota – considerato anche che l’aborto dopo i 90 giorni è consentito solo in caso di grave pericolo per la vita della madre o per la presenza di gravi malformazioni fetali».

Conclude Gigli: «Qualcuno evidentemente ritiene ormai che l’aborto sia un diritto valevole sempre e comunque, ben al di là dei fragili paletti posti dalla 194, fino a sopprimere all’interno di un ospedale pubblico un feto ormai capace di vita autonoma».




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