Peregrinatio santi Luigi e Zelia martin

L’urna dei santi coniugi Luigi e Zelia Martin arriva ad Angri nella Cappella a loro dedicata

Urna reliquie dei Santi Luigi e Zelia MArtin

a cura della Redazione

È partita il 18 aprile dal Santuario di santa Teresa di Gesù Bambino a Lisieux (Francia), l’Urna con le Reliquie dei santi Luigi e Zelia Martin. La Peregrinatio ha toccato già varie diocesi italiane passando per Novara, Rimini, Assisi, Roma e Pompei. Dal 3 al 5 maggio faranno tappa nella Cappella santi Luigi e Zelia di Angri (SA).

I santi Luigi e Zelia Martin, canonizzati da papa Francesco il 18 ottobre 2015, sono la prima coppia santa dell’epoca moderna. Un vero e proprio faro di santità per le famiglie. La Peregrinatio dell’urna che custodisce le reliquie ex carne dei santi, infatti, è stata pensata per portare ovunque il profumo dell’amore coniugale e familiare e far conoscere l’esperienza luminosa della famiglia Martin che ha tante cose da dire agli sposi e ai genitori del nostro tempo.

Dalla serata del 3 maggio fino alla mattinata del 5 maggio l’Urna sarà accolta proprio nel cuore della Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone” di Angri (SA) nella quale sorge la Cappella santi Luigi e Zelia Martin. In questi giorni chi desidera può fermarsi in preghiera, notte e giorno, alla presenza delle sante reliquie e prendere parte ai vari appuntamenti. Fulcro di questi giorni di festa sarà la celebrazione eucaristica che si terrà giovedì 4 maggio alle 19,30 presieduta da S. E. Mons. Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera-Sarno, da Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi, vescovo emerito di Acerra, da Padre Olivier Ruffray, rettore della Basilica di Santa Teresa a Lisieux, e da don Silvio Longobardi, sacerdote della diocesi di Nocera-Sarno attualmente cappellano al Santuario di Lisieux.

“Luigi e Zelia, genitori santi di santa Teresa del Gesù Bambino del Volto Santo – ha dichiarato don Silvio Longobardi, direttore editoriale della Rivista Famiglia Martin e responsabile della Peregrinatio italiana – sono vissuti in un’epoca assai diversa dalla nostra, ma la loro fede ha un linguaggio eloquente che abbatte le barriere del tempo e della cultura. Attraverso il loro esempio vogliamo scrutare quella fede che ha permesso di fare della loro casa una piccola chiesa e di diventare come quella città posta sul monte di cui parla il Vangelo”.

 




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