Digiuno eucaristico

Digiuno eucaristico, un sacrificio che dobbiamo accettare non senza pregare…

preghiera

di Ida Giangrande

Se non possiamo andare in chiesa trasformeremo le nostre case in tante piccole chiese domestiche, dove risplende la Parola di Dio e si innalza una preghiera perenne di lode e intercessione per i malati, i medici e chi non c’è più.

La Chiesa vive ancorata all’Eucarestia. Senza Gesù sotto le sembianze del pane e del vino, dove possiamo attingere la speranza, il coraggio e la saggezza per affrontare questa vita con tutti i suoi limiti? Sapere che sono sospese le celebrazioni con la presenza di fedeli è stato un vero e proprio colpo al cuore, dobbiamo accettare il sacrificio ed essere obbedienti alle prescrizioni della Chiesa, ma il vero amore trova mille strade per alimentarsi. Un’idea viene dalla diocesi di Roma.

In questi giorni di emergenza sanitaria, in cui tutti siamo chiamati a rimanere nelle nostre abitazioni per non diffondere il contagio e tutelare soprattutto i più deboli, ogni mattina alle 7.00 il Papa preside la Messa da casa Santa Marta che viene trasmessa sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, su Tv2000 (canale 28) e su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky). Non solo: a partire da oggi ci sarà anche l’appuntamento con una celebrazione eucaristica serale, alle 19.00 guidata dal Cardinale vicario Angelo De Donatis – in assenza di fedeli – in diretta su Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook diocesana. “Vista la necessità del momento – aveva scritto il porporato nei giorni scorsi –, in comunione con il Consiglio Episcopale, chiedo a tutti i cristiani di Roma, di offrire una giornata di preghiera e di digiuno, mercoledì 11 marzo, per invocare da Dio aiuto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Lo stesso giorno presiederò una Santa Messa dal Santuario del Divino Amore”.

Prima dell’inizio della celebrazione, sempre su Tv2000 e sulla pagina Facebook della diocesi di Roma, verrà diffuso un video messaggio in cui Papa Francesco rivolge la sua preghiera alla Vergine: il Santo Padre affida così la città, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio, segno di preghiera e di speranza. Per l’occasione saranno anche disponibili nelle parrocchie delle immaginette con il quadro della Madonna del Divino Amore e la preghiera di Papa Francesco. “Oltre al digiuno, rinunciando ad un pasto – proseguiva nella lettera il card. De Donatis –, vogliamo essere vicini, con un segno di elemosina, raccogliendo delle offerte che devolveremo a sostegno del personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati”.

La diocesi di Roma lancia quindi una raccolta fondi straordinaria a sostegno di medici, infermieri, operatori sanitari. Questo l’iban per versare le somme: IT 25 E 05216 03229 0000 0009 2433; causale “Offerte emergenza coronavirus – Centro per la pastorale sanitaria”. “Saranno due gli appuntamenti spirituali on line che potrà vivere la nostra comunità diocesana – sottolinea il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, don Walter Insero –, all’inizio della giornata con l’Eucarestia presieduta dal nostro vescovo Francesco e la sera alle 19 con il suo vicario De Donatis. Sarà un momento di grazia, in cui uniti in comunione spirituale, ci sentiremo fratelli e sorelle nella fede, solidali e non diffidenti gli uni verso gli altri. Pregheremo non solo per la nostra

città, ma per l’Italia e per il mondo intero”. Dunque, pur essendo chiamati al digiuno eucaristico, non siamo impossibilitati a pregare incessantemente e ad alimentarci della Parola di Dio. Anzi pregare di più in questo tempo di incertezza, è un preciso dovere per ogni buon cristiano. Penso ad esempio a quanti stanno affrontando l’emergenza senza gli occhi della fede? Dove la parola “morte” è la fine di tutto, l’ultima lettera dell’alfabeto cosa separa dalla disperazione? È qui che la Chiesa deve far sentire la sua presenza silenziosa. Pregare incessantemente imbracciando il Rosario e collegandoci con il Papa sarà il nostro modo di combattere al fianco degli operatori sanitari e dei medici. Trasformare le nostre case in tante piccole chiese domestiche, dove risplende la Bibbia e la fede si fa carne, sarà il nostro modo per alleviare le sofferenze dei malati senza dimenticare che tutto questo è solo una parentesi e che tutto è nelle mani di Dio.




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