Il protagonismo della famiglia nella missione della Chiesa

a cura dell’Ufficio stampa di Progetto Famiglia

Nell’ambito del Convegno che si è svolto il 28 maggio ad Angri (SA) presso la Cittadella della Carità, promosso dalla Federazione Progetto Famiglia in collaborazione con la Fraternità di Emmaus, è stato consegnato il X Premio Ambasciatore della Famiglia alla Prof.ssa Gabriella Gambino, Sotto-Segretario Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Nell’occasione, la Gambino ha offerto ai partecipanti una riflessione sul ruolo e la missione degli sposi nella comunità ecclesiale. 

“Desidero esprimere la mia gratitudine per questo invito e per questo riconoscimento, che per me è un’opportunità ulteriore per essere grata a Dio del meraviglioso servizio che un giorno mi ha chiamata a svolgere per la Chiesa, per la Famiglia e la Vita” sono le parole che la Prof.ssa Gabriella Gambino ha espresso a quanti erano riuniti in una sala gremita per il conferimento del X Premio Ambasciatore della Famiglia, promosso dalla Federazione Progetto Famiglia e dalla Fraternità di Emmaus. 

Nel suo intervento molto ricco e articolato sul tema “Il protagonismo della famiglia nella missione della Chiesa”, la Gambino ha evidenziato, alla luce anche della sua esperienza personale, che la famiglia è “un luogo capace di rendere le relazioni al suo interno, tra coniugi e tra genitori e figli, e al suo esterno, nei rapporti con le altre famiglie, il proprio territorio di missione”.

Ma come questo è possibile? Qual è la missione propria degli sposi? Secondo la Prof.ssa Gambino “Dio dona agli sposi gli strumenti per difendere e per diffondere il loro amore, per mezzo dello Spirito Santo. Ciò significa che, come apostoli, gli sposi non sono mai soli ad affrontare le sfide della vita. Essi possono sentirsi come “inviati a due a due” per santificare la propria famiglia e le altre famiglie, aprendosi ad un impegno apostolico missionario, perpetuando così attraverso i secoli il Popolo di Dio”. C’è dunque una propria identità in quanto sposi che, se vissuta in modo consapevole e aperto alle sollecitazioni di Dio, genera salvezza in chi vive il sacramento del matrimonio e intorno a loro. 

Leggi anche: Promuovere e difendere la famiglia: la sfida della Federazione Progetto Famiglia

Stupendo poi il riferimento alla “liturgia della vita domestica”. Qui la Gambino ha sottolineato l’esigenza che le famiglie riscoprano la necessità di vivere la fede nella casa: “A tal fine, è necessario far scoprire alle famiglie che la vita cristiana non va vissuta solo andando in parrocchia a svolgere attività e a ricevere formalmente i sacramenti, ma comincia in casa. Le normali attività quotidiane della famiglia, infatti, possono costituire una vera e propria liturgia della vita familiare, scandita da tre tipi di momenti o pratiche, capaci di svelare il valore sacro di alcune dinamiche naturali, in relazione all’essere re, sacerdote e profeta di ciascun membro della famiglia: la pratica delle relazioni cristiane, che aiuta le famiglie a vivere la missione sacerdotale del battesimo, con pratiche quotidiane e atteggiamenti di amore, rispetto, ascolto, che possono abituare genitori e figli a consacrare la loro vita quotidiana e ad intensificare il loro rapporto con Dio; la pratica dei rituali familiari, che servono a vivere la missione profetica del battesimo, sviluppando atteggiamenti cristiani nel lavoro, nel divertimento, nelle relazioni familiari, nella preghiera in famiglia. E infine la pratica del donare il proprio aiuto e il proprio tempo agli altri, in uno spirito di servizio, per vivere la missione regale battesimale dentro e fuori la famiglia”.

Dunque è molto importante aiutare gli sposi e le famiglie a rendersi protagonisti della vita ecclesiale. “Le famiglie hanno una missione” ha concluso il Sotto-Segretario del Dicastero per la Famiglia “ma per svolgerla devono essere aiutate ad essere famiglie solide. Vanno aiutate e rese consapevoli di essere ministeri viventi per poter compiere quel servizio ecclesiale, nel quale sono insostituibili. Ciò aiuta la famiglia a discernere la propria missione, soprattutto all’interno della più ampia comunità ecclesiale. E fa sì che la Chiesa locale si trasformi in una famiglia di famiglie, che concretamente si aiutano e si sostengono a vicenda, formandosi reciprocamente anche con la testimonianza di vita”.

Il Premio Ambasciatore della Famiglia è stato conferito da don Silvio Longobardi, custode della Fraternità di Emmaus e fondatore di Progetto Famiglia che ha ringraziato la prof.ssa Gambino per “la testimonianza di fede, il pensiero accademico fondato su un’esperienza concreta di vita e la missione che svolge come donna, sposa e madre, all’interno del Dicastero vaticano”. 

La motivazione del Premio, elaborata dal direttivo della Federazione, recita: “Alla Prof.ssa Gabriella Gambino, per la donna, la sposa, la madre. Per la sua scelta professionale a favore della vita e della famiglia cristiana. Ed in modo speciale per la testimonianza e l’impegno a promuovere il matrimonio e la vita coniugale come risposta alle esigenze dell’Amore e come via privilegiata di santità oggi”.




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