GUERRA IN ISRAELE

Una grande preghiera per la pace

Foto derivata da: Giovanni Zennaro, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

“Chiediamo che nel giorno di martedì, 17 ottobre, tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima”, così il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, invita a pregare i cristiani di tutto il mondo per Israele e Palestina.

La guerra in Israele e Palestina non accenna a ridimensionarsi e i toni si fanno sempre più aspri.

Di fronte alla drammaticità di questi eventi, anche la Conferenza Episcopale Italiana aderisce alla Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione proposta per martedì 17 ottobre dal Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, in comunione con i cristiani di Terra Santa. 

Questo il messaggio di Pierbattista Pizzaballa: “Chiediamo che nel giorno di martedì, 17 ottobre, tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima. Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteranno la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera”.

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Molte le diocesi e le parrocchie italiane che, prendendo alla lettera il comunicato, hanno organizzato momenti di preghiera comunitaria, adorazioni eucaristiche, rosari o che hanno ricordato ai fedeli di questa iniziativa. Chi è impossibilitato a recarsi in Chiesa, può comunque offrire la sua giornata di lavoro per questa intenzione, astenersi da qualche cibo, dedicare dei momenti di preghiera personale per queste popolazioni martoriate.

Le nostre preghiere, se presentate con fede ed umiltà, raggiungono sempre il cuore di Dio. Lui stesso, per bocca di Gesù Cristo, ci ha invitato a fare presenti le nostre necessità, a invocarlo e persino ad insistere (Lc 18,1-8).

Anche quando non vediamo subito i frutti da noi sperati o non otteniamo ciò che avevamo immaginato, dobbiamo avere la certezza che Dio ci ascolta e che la nostra preghiera contribuirà a portare il bene nella situazione che abbiamo presentato. Può essere 

Di fronte a conflitti grandi e segnati da violenza inaudita, potremmo essere tentati di pensare che pregare sia inutile, che l’uomo non cambierà mai. E invece, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che non siamo Dio e continuare soltanto a chiedere, come Lui ci ha comandato, che venga il Suo Regno. 




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