22 Marzo 2024

Carlo e Alberto, due amici, santi insieme

Ero a tavola all’Oasi Maria Madre della Vita, una casa-famiglia speciale con una famiglia meravigliosa, che quel giorno ospitava don Giancarlo e don Pasquale De Rosa, due sacerdoti del Movimento dei Focolari. Don Giancarlo è stato copresidente insieme a Maria Voce del movimento subito dopo la dipartita di Chiara Lubich. Il pranzo si svolgeva vivace, c’era un’ansia di condividere nel poco tempo a disposizione, le cose vissute e che Dio aveva messo nel cuore. Ma c’è una cosa nei vari racconti che mi colpisce più di tutte. La storia di due amici genovesi, Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, membri del Movimento. Un’esistenza breve vissuta nel desiderio di amare Dio e servirlo senza riserve e di farlo uniti. Tanto che, se saranno santi, pur con due distinte cause di beatificazione che si sono concluse nel 2022, lo saranno insieme.

Alberto, nato a Genova il 14 agosto 1958 e Carlo, nato a Bologna il 29 dicembre 1960, si conoscono nei Gen. Alberto studiava ingegneria, aveva carisma, era sportivo ed era amato da tutti. È morto il 18 agosto 1980, in un tragico incidente in montagna, sulle Alpi Marittime, aveva soli 22 anni.  La mamma ricorda che quando è andata in quella chiesetta di montagna, dove l’avevano posto con i fiori intorno, lei si è inginocchiata: «ho visto i suoi occhi socchiusi e sorridenti e ho detto: ‘Dio, allora esisti veramente».

Al funerale di Alberto, Carlo non ha potuto partecipare perché proprio quel giorno è stato ricoverato con la diagnosi di un cancro molto aggressivo che lo ha consumato in quaranta giorni. Era uno studente in Scienze Agrarie, molto introverso e che amava suonare la chitarra. Anche nei giorni in ospedale cercava di rallegrare le giornate degli altri pazienti fino a che ha potuto. La sorella Matilde ricorda che «pregava incessantemente il Rosario, anche quando non aveva più voce, e ha potuto ricevere fino all’ultimo l’Eucaristia, anche se solo con piccoli frammenti di ostia perché non riusciva a deglutire».

Nonostante così diversi caratterialmente, li univa la fede e il desiderio di santità. Pochi mesi prima di morire, Alberto scrive a Carlo, appena partito per il servizio militare: «Sono in questa splendida chiesa di S. Siro. Sono solo, e sul tetto di legno sento picchiare dolce la pioggia. È un momento tutto particolare, bellissimo. Quasi non vorrei andarmene più. Sono passato di qui per mettere nel Suo Cuore tutte le infinite cose che io non so fare, che magari rovino soltanto. Tra le tante, in questi giorni ci sei tu… Quasi sento nella mia carne, nel mio cuore, il momento delicato che stai attraversando, che sto attraversando. In questo silenzio così bello mi sta rispondendo che non ci possiamo fermare; amare, amare tutti, spaccarci il cuore per fare uscire il vero amore, quello nato dal dolore…».

Carlo pochi giorni prima di morire, confidò a un gen venuto a trovarlo in ospedale, una sorta di “consegna”: «Sono alla fine. Volevo dirti di essere pronti a dare la vita l’uno per l’altro in questo momento… Offro la mia vita per tutti voi, ma soprattutto per l’umanità che soffre, per i ragazzi del mio quartiere, per tutti quelli che ho conosciuto… So dove vado, sono pronto al tuffo in Dio».

Parole semplici che vorrei leggessero tutti i giovani. Parole da imprimere nel cuore quando tristemente li vedo prendere altre strade. Bisognerebbe far conoscere la bellezza di incontrare Cristo attraverso dei testimoni autentici come Carlo e Alberto. Quando le sirene del mondo li attirano a loro e li catturano nell’illusione della libertà dovremmo ricordare loro le parole di Gilbert Chesterton: «La Chiesa non permette niente, ma perdona tutto; il mondo permette tutto, ma non ti perdona niente».



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Un Caffè sospeso"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.