23 Aprile 2024

In missione nel nome di Cristo

Nadia era la prima a svegliarsi. Si recava in Cappella per pregare in silenzio e aspettare la Celebrazione Eucaristica. Da lì cominciava la sua giornata con i seicento bambini dell’asilo che gestiva insieme ad altri volontari e sacerdoti. Un mattino non è più scesa. Gli altri si insospettiscono e la ritrovano nel suo letto massacrata a colpi di martello o di ascia. Ancora viva, tentano di salvarla con un’operazione alla testa ma nel giorno della Giornata mondiale per le vocazioni, suor Nadia De Munari, consegna per sempre la sua vita.

Maestra d’asilo, suor Nadia era partita nel 1990 per l’Ecuador, sempre in America Latina. Poi il Perù, dal 1995. È rimasta per oltre 20 anni sulla Sierra, a 3.400 metri di quota. Poi padre Ugo decise di aprire a Chimbote queste scuole per bambini molto poveri che scendevano in massa dalle montagne. Sulla costa le chiamano “invasioni”. Lei scelse di andare lì per seguire il suo Gesù e impegnarsi con i bambini.

E qui tra i bambini poveri delle alte montagne del Perù, nel centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, il quartier generale del massiccio dispositivo di volontariato che Operazione Mato Grosso gestisce in Perù, suor Nadia è stata massacrata. Al vaglio varie ipotesi che saranno verificate dalla polizia.

Intanto storie come quella di suor Nadia o di altri missionari interessano poco i giornali o vengono per lo più presentate come storie di uomini e di donne che sacrificano la loro vita per aiutare gli altri. Certo l’elemento della solidarietà e della carità è importante ma non si coglie l’essenza della vocazione di questi fratelli che non solo un mero sentimento filantropico. Chi amano, chi servono, chi nutrono, chi educano è Gesù nei fratelli più poveri. I consacrati che partono in missione lo fanno in nome e per conto di Cristo. Escludere l’elemento della fede, dell’amore verso il Signore significa tradire la vita di questi uomini e di queste donne. Dovremmo pregare di più per i missionari, sostenerli attraverso la nostra preghiera.

Santa Teresa di Gesù Bambino, nella sua breve vita ha avuto due fratelli sacerdoti missionari l’abbé Maurice Barthélemy-Bellière, che pochi giorni dopo la morte di Teresa riceveva l’abito di “Padre Bianco” e divenne sacerdote e missionario. L’altro era P. Adolphe Roulland, che la santa accompagnò con le sue preghiere e sacrifici fino all’ordinazione sacerdotale e in modo speciale poi come missionario in Cina. Negli ultimi mesi della sua vita, era già molto malata e camminava solo con grande fatica, così il medico le aveva ordinato di fare ogni giorno, per una mezz’ora, una passeggiata nel giardino. Pur non credendo nell’utilità di questo esercizio, suor Teresa lo eseguiva fedelmente ogni giorno. Una volta una consorella che l’accompagnava, vedendo le grandi sofferenze che le procurava il camminare, le disse: “Ma suor Teresa, perché fa tutta questa fatica se le procura più sofferenze che sollievo?”. E la santa rispose: “Sa sorella, sto pensando che forse proprio in questo momento un missionario in un paese lontano si sente molto stanco e scoraggiato, perciò offro le mie fatiche per lui”. Può essere un buon esempio anche per noi.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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