social network

Sempre più vicini

di Gabriele Soliani

Nell’era dei rapporti sociali virtuali, l’idea di Federico Bastiani, freelance bolognese di 36 anni, di fare della sua strada un luogo di incontri con gli altri è sensazionale. Alla base, il recupero della conoscenza del vicinato e della fiducia reciproca. Dopo essersi trasferito in centro città, si è accorto di non conoscere i suoi vicini, pur vivendoci a contatto da anni. Soprattutto, si è accorto che suo figlio Matteo non aveva amici con cui giocare. Così, ha chiesto aiuto a Facebook alla ricerca di coetanei. Si parte da un gruppo virtuale, poi si passa a un caffè insieme, poi a una cena, poi a una festa in strada: “L’idea di Social Street non deve essere travisata: alla base di tutto c’è la conoscenza dei vicini e l’instaurazione di un rapporto di fiducia. Poi, si può passare anche al mutuo aiuto: un seggiolino che non si usa più, un aiuto per tenerti il bambino mentre sei impegnato. Una specie di banca del tempo. Si scoprono interessi condivisi: così, il trekking può diventare una gita di gruppo. Tutto nasce dal concetto di conoscere chi ti sta attorno, tutto nasce spontaneamente”. Il senso di “Social Street” sta tutto qui: nella riscoperta del valore di conoscere gli altri, meglio se a partire da quelli con cui condividi l’ascensore. “All’inizio, eravamo 70, oggi siamo 830, 840. Pensare che tutto è cominciato con quei pochi volantini che mettevo sotto le porte mentre portavo fuori la spazzatura o andavo a fare la spesa”, racconta Bastiani, che di certo non pensava di dar vita a un sistema così ampio. Ad oggi sono più di 150 le social street in tutta Italia, da Milano a Roma, da Finale Ligure a Lecce, da Vernazzola a Mantova.




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