aborto

Uno su ottocento

(© ChrisErbach - Wikipedia.org)

di Nello Califano

Il numero, da solo, mette i brividi. In Danimarca, paese spesso preso a modello di civiltà e progresso, il 95% delle coppie, alla scoperta di un nascituro affetto da Trisomia 21, ricorre all’aborto. Una forma di eugenetica prenatale che è andata accrescendosi drasticamente fra il 2004 ed il 2006, a seguito delle nuove misure governative danesi sui controlli prenatali. Morale della triste storia: dei bimbi malati, solo uno su 800 nasce. Gli altri vengono eliminati uno dopo l’altro, come si conviene sotto quella “cultura dello scarto” denunciata da Papa Francesco. Ogni tanto qualcuno sfugge alle maglie di questo razzismo fetale e viene alla luce. È il caso di Emmy, bambina affetta da Trisomia e protagonista di un foto-racconto. Ha “sconvolto” la vita della città di Århus, seconda città della Danimarca dove è stata assai dura, raccontano i genitori, trovare un asilo che la ospitasse. Emmy basta a sconvolgere l’idea di chi crede che vi sia davvero qualcosa di giusto e umano nello scartare bambini come fossero arnesi difettosi anziché creature innocenti, volti di quella meraviglia che risponde al nome di amore.




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