Società

“I giornalisti scrivono la prima bozza della storia”

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di Giovanna Abbagnara

“Il giornalismo abbia a cuore l’amore per la verità e il rispetto della dignità umana”. Nelle parole pronunciate ieri da papa Bergoglio all’incontro con i giornalisti, noi di Punto Famiglia abbiamo trovato il leitmotiv del nostro lavoro quotidiano: parlare delle famiglie ordinarie, far emergere il bene, rispettare la dignità di ogni uomo, essere uomini e donne di speranza.

“Quanto sarebbe bello che il giornalismo sapesse raccontare le vicende di tante donne e tanti uomini che giorno dopo giorno, con dignità e fierezza, affrontano le questioni della malattia, della mancanza del lavoro, dell’impossibilità a costruire un futuro”, ha detto mons. Dario Viganò, prefetto della Segreteria della Comunicazione in apertura di incontro del Papa ieri 22 settembre con i giornalisti a Roma. “Perché – ha proseguito – non coltivare il gusto per le notizie buone, quelle che non fanno mai capolino tra i grandi titoli dei giornali e della Tv che sembrano preferire tutto ciò che è segnato da violenza e da sopraffazione?”. Nella stessa direzione l’intervento del Papa che offre ai giornalisti un vero e proprio decalogo da appendere nelle redazioni dei giornali, a partire da alcuni principi basilari: amare la verità; vivere con professionalità; rispettare la dignità umana.

Il giornalista sottolinea il Papa  “riveste un ruolo di grande importanza e al tempo stesso di grande responsabilità”. Egli scrive in qualche modo la “prima bozza della storia”, “costruendo l’agenda delle notizie” e “introducendo le persone all’interpretazione degli eventi”. Rilevando che anche se i tempi cambiano e le nuove tecnologie hanno più rilevanza rispetto alla carta stampata, la professionalità e la responsabilità restano.

Per questo Francesco invita a fermarsi un momento – anche se non è facile farlo in un mestiere “che vive di continui ‘tempi di consegna’ e ‘date di scadenza’” – e riflettere “su ciò che stiamo facendo e su come lo stiamo facendo”. Ma soprattutto esorta papa Francesco, il giornalista deve “non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro”. E aggiunge che il lavoro, o volendo la missione, di un giornalista è pertanto “arrivare il più vicino possibile alla verità dei fatti e non dire o scrivere mai una cosa che si sa, in coscienza, non essere vera”. Per questo è necessario “non sottomettere la propria professione alle logiche degli interessi di parte” economici o politici. In tal senso il compito del giornalista è “far crescere la dimensione sociale dell’uomo, favorire la costruzione di una vera cittadinanza”.

Il Santo Padre calca poi la riflessione sulla necessità di rispettare la dignità umana. “È importante in ogni professione avere a cuore la dignità di una persona, in modo particolare nel giornalismo, perché anche dietro il semplice racconto di un avvenimento ci sono i sentimenti, le emozioni e, in definitiva, la vita delle persone”. Le “chiacchiere” sono una forma di “terrorismo”, ribadisce il Papa, “si può uccidere una persona con la lingua”; e se questo vale per le persone singole, in famiglia o al lavoro, “tanto più per i giornalisti, perché la loro voce può raggiungere tutti, e questa è un’arma molto potente”. Certo “la critica è legittima e necessaria, così come la denuncia del male”, ma questo, sottolinea il Pontefice, “deve sempre essere fatto rispettando l’altro, la sua vita, i suoi affetti”.

Al termine dell’udienza, il papa ha poi invitato ad essere uomini di speranza perché: “Voi giornalisti potete ricordare ogni giorno a tutti che non c’è conflitto che non possa essere risolto da donne e uomini di buona volontà”

Per il testo integrale del Discorso del papa, clicca qui.

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/september/documents/papa-francesco_20160922_ordine-giornalisti.html

 




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