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Planned Parenthood celebra il giorno del ringraziamento. Cosa ha da ringraziare un ente abortista?

(Foto: © Paul Schlemmer - shutterstock.com)

di Gabriele Soliani

È piuttosto curioso che il più grande ente abortista si unisca ai festeggiamenti per il giorno del ringraziamento negli Stati Uniti. Ringraziare Dio per i 320.000 bambini a cui ogni anno impedisce di nascere? Non è un controsenso?

In America quest’anno la giornata del ringraziamento (Thanksgiving Day), che si festeggia il quarto giovedì di novembre, cadeva il 22 novembre. È una festa di origine cristiana dal lontano 1789 per ringraziare Dio dei beni ricevuti. Sappiamo che oggi ha anche altre motivazioni ma il concetto è ben chiaro nella cultura americana.

È incredibile però che a ringraziare ci sia quest’anno anche Planned Parenthood, la multinazionale plurimilionaria dell’aborto. Per voce della sua direttrice ha ringraziato calorosamente i suoi “lavoratori” per aver… soppresso un numero elevato di bambini non nati.

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La Planned Parenthood gestisce più di 600 strutture negli States, visita circa 2,5 milioni di pazienti all’anno e sono circa 320.000 i bambini a cui ogni anno impedisce di nascere: una macchina di morte che non si ferma e che supera quella delle altre cliniche abortiste negli Stati Uniti. I suoi dipendenti sono direttamente coinvolti nella pratica dell’aborto, nella sua difesa e promozione perché l’interruzione di gravidanza continui a essere legale e a tempo indeterminato.

Leanna Wen, la nuova direttrice, dall’inizio di novembre ha inviato lettere di ringraziamento e richieste di donazioni ai suoi 35.000 membri dello staff. «Come medico – scrive Leanna – so che essere responsabile per la salute di qualcuno, a volte per le loro stesse vite, è stressante, per usare un eufemismo. Ho fatto il mio lavoro per fornire le migliori cure mediche che potevo, ma ascoltare le persone le cui vite ho incrociato, ha aiutato anche me». E ringrazia i dipendenti per il loro impegno «a fornire assistenza di qualità, solidale» e «a mettere la salute e i diritti dei pazienti davanti alla politica».

Parole assurde. Viene da pensare che per resistere ai morsi della coscienza certe persone debbano convincersi a forza di essere nel giusto, per non cadere nella depressione e nel ridicolo. Non si rendono conto d’aver perso il ben dell’intelletto.

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A fronte di questi… ringraziamenti ci sono quelli veri. Cioè l’instancabile opera dei volontari che si spendono per difendere la vita nascente e che riescono a convincere sempre più madri a scegliere la vita per i loro bimbi nel grembo. I centri per la gravidanza in America hanno aiutato quasi 2 milioni di famiglie nel 2017, gli studenti pro life forniscono un sempre maggiore sostegno alle studentesse che aspettano un bambino, senza contare i molti medici abortisti che lasciano il loro “lavoro” grazie all’opera di sensibilizzazione dei pro life.

Anche in Italia ci sono notizie che lasciano amareggiati. Venerdì 23 novembre c’è stato lo sciopero nazionale dei medici e tanti hanno aderito. Restavano attive le emergenze e gli interventi “urgenti”. Fra quelli “urgenti” (e gratuiti) c’erano gli aborti. Nemmeno uno sciopero ferma questo tristissimo “diritto”.

 




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