Scuola

Tutto passa… ma a Dio non sfugge niente

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di Elisabetta Cafaro, insegnante

Forse tutti inconsapevolmente o consapevolmente ci siamo trovati in quarantena. Prigionieri di un sogno o di un’illusione. Il tempo passa ma l’adolescenza ritorna spesso identica a se stessa. A scrivermi oggi è Stella, 14 anni…

Sono seduta da ore davanti al computer. È un momento difficile della nostra storia. Tutta la didattica e non solo, consigli, collegio docenti, corsi d’aggiornamento, valutazioni, adozioni libri ecc… si trova dietro questo schermo. Il mondo reale è diventato virtuale. Questa pandemia ha cambiato, almeno per ora, il nostro modo di vivere, di relazionarci gli uni con gli altri. Ma, non cambierà il cuore umano, creato per la relazione. Proprio il bisogno di creare relazioni ci rimanda al nostro Dio uno e trino. Amore puro, bene assoluto. Un Dio che spesso chiusi nei nostri limiti, sperimentiamo solo in parte.

Mentre i pensieri prendono il sopravvento sulle parole, mi alzo dalla sedia e apro la finestra. Fuori il cielo è azzurro e il sole caldo ha trasformato tutto in oro. Siamo a maggio. “Va’ dove ti porta il cuore” leggiadra, una voce mi sussurra. Seguo spesso, anche se con cautela, il mio cuore. Giro lo sguardo e mi vien voglia di aprire una vecchia borsa appoggiata vicino alla mia scrivania. Il suo colore originario era bianco, ma il tempo l’ha scolorita. Questa borsa giace tra tante altre cianfrusaglie. Non ha una marca, è un’anonima borsa, eppure per me rappresenta un pezzo importante della mia vita. Una memoria, visto che contiene tutti i diari della mia adolescenza. Sono tanti questi diari! Non posso fare a meno di constatare. Apro quel mondo tumultuoso e incomprensibile della mia giovinezza. Provo dei forti brividi. Rivedo quella ragazzina che sono stata di fronte a me, mi “guarda” con sospetto, forse ha timore che io possa violare i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Lei è la custode e la padrona di quelle pagine. La osservo come un’ombra al mio fianco mentre sembra dirmi: “Uffa, mi sono scocciata! Voglio andare via”.

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Sorrido, sbirciando pensieri e parole, dai miei diari. Fanno concorrenza al nostro illustre scrittore e poeta, Leopardi, per l’inquietudine e la sofferenza che rasentano. Sono un uragano di emozioni positive e negative. Sogni, paure e attese. Mi sembra addirittura di sentire i rimproveri di mia madre: “Tu vivi nel mondo della fantasia. La vita non è una fantasia…”. Alzo gli occhi al cielo, mentre incrocio le braccia in un cerchio perfetto chiamato: abbraccio. Ho uno dei miei diari poggiato sul cuore. Questa è stata la quarantena lunghissima della mia giovinezza.

Forse tutti inconsapevolmente o consapevolmente ci siamo trovati in quarantena. Prigionieri di un sogno o di un’illusione. Il suono del cellulare mi riporta alla realtà. Mi è arrivato un messaggio. È di una mia giovanissima allieva lo leggo: “In questo periodo di virus mi sento come in una prigione, ed ho continui sbalzi d’umore, non potendo uscire né vedere i miei amici; questo stare in casa mi porta ad avere discussioni con i miei familiari quasi tutti i giorni, non che prima non le avessi, però ora è diventata un’abitudine perché non trovandomi con me stessa, non riesco neanche a trovarmi con gli altri e non avendo la mia migliore amica tutti i giorni con me, è difficile superare la tristezza. Inoltre io sono una ragazza a cui piace fare chiasso, uscire, andare a ballare, insomma fare le cose normali che si fanno alla mia età, ma ora non è possibile, ed è per questo che spero che tutto si risolva al più presto, per poter fare ciò che non ho fatto in quest’ultimo periodo della mia vita. Recuperare il tempo perso e ritornare ad essere me stessa, piena di gioia e voglia di vivere”. (Stella, 14 anni).

Poso il mio diario nella borsa. Sorrido, questo messaggio diventa un confronto generazionale, sembra uscito da una delle mie pagine. L’inquietudine adolescenziale tale era e tale è. 

Cara Stella, non esiste un “tempo perso” ogni momento della vita serve per la crescita. Scrivere, leggere, sognare nessuno lo può impedire. Bisogna imparare a convivere con i nostri stati d’animo, non chiudersi nella disperazione dell’attesa, ma rendere l’attesa fruttuosa. Una bella storia di don Bruno Ferrero, ci racconta la vicenda di un re che convocò a corte tutti i maghi del regno e chiese ai suoi sudditi un amuleto che lo preservasse dagli sbalzi d’ umore. Non voleva sentirsi un fuscello sballottato dalle onde della sorte. Voleva mettersi a riparo dagli stati d’animo. Uno dopo l’altro i maghi per paura si rifiutarono. Sapevano fare amuleti ma per gli “sprovveduti” non per il loro re. Solo un vecchio saggio disse: “Maestà domani ti porterò un anello, e ogni volta che lo guarderai, se sarai triste potrai essere lieto, se sarai eccitato potrai calmarti. Basterà che tu legga la frase magica che vi sarà incisa sopra”. L’indomani il vecchio saggio tornò, e nel silenzio generale, porse un anello al re. Il re lo guardò e lesse la frase incisa sul cerchio d’argento: “Anche questa passerà”.

Proprio così, cara Stella, cari ragazzi. Tutto passa e passerà anche questo difficile momento. Vi sono vicina! E vi invito, a leggere, un versetto preso dalle sapienti pagine della Bibbia, precisamente dal libro di Qoelet (Antico Testamento). Lo leggiamo e meditiamo insieme, così ci sentiremo più vicini. “Nella vita dell’uomo, per ogni cosa c’è un momento, per tutto c’è un’occasione opportuna. Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piangere, tempo di ridere, tempo di lutto, tempo di baldoria, tempo di abbracciare, tempo di staccarsi, tempo di cercare, tempo di perdere, tempo di conservare, tempo di buttar via, tempo di strappare, tempo di cucire, tempo di tacere, tempo di parlare… Tutto passa, ma a Dio non sfugge niente” (Qoelet 3,1-15).




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2 risposte su “Tutto passa… ma a Dio non sfugge niente”

Mi sono rivista in Stella, e ho pensato per tutto il tempo che stavo perdendo tempo, e ho paura di non riuscire a recuperarlo. Bellissime parole come sempre!

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