EDUCAZIONE AFFETTIVA

Aurora Ramazzotti e la “rubrichetta”. Quei giovani smarriti, ma assettati di verità

Di recente, è stata posta alla mia attenzione una rubrica su affettività e sessualità, tenuta da una nota modella e “influencer”, Aurora Ramazzotti. Rispondeva alle domande che molte ragazze le ponevano. Dai quesiti, si poteva vedere lo smarrimento di tante persone, l’incapacità di amarsi per primi, la fatica di costruire storie durature perché vere… I ragazzi vanno intercettati prima, dobbiamo fare di più.

Esistono un momento e un contesto “giusti” per vivere l’intimità sessuale? 

Conosco una coppia, sposata da 2016, che ha fatto dell’annuncio della castità (intesa in modo integrale e non solo come mera astinenza dall’esercizio della sessualità) una vera e propria terra di missione.

Essi testimoniano che in tantissimi adolescenti e preadolescenti brucia dentro proprio questa domanda: “Quando lo devo vivere? Con chi? Qual è il momento giusto?”. 

Che risposte diamo a questi giovani, che si fidano dei grandi (anche se non lo danno a vedere) e cercano da noi la verità?

Invitiamo un ballerino, in un liceo, perché li sproni a comprare “scatole di preservativi”, senza rispondere, però, a quell’interrogativo profondo?

Organizziamo eventi di “educazione sessuale”, in cui insegniamo loro solo a mettere preservativi su delle banane? (Parlo di cose viste con i miei occhi e udite con le mie orecchie).

Oppure, ci spingiamo oltre, dicendo loro che tutto ciò che faranno con il corpo avrà ripercussioni sulla loro psiche, sulla loro anima, sul loro futuro matrimonio? 

Ci adeguiamo al politicamente corretto per cui nella consensualità si può fare di tutto, oppure spieghiamo loro che sono nati per amare ed essere amati?

Ieri mi è capitato di seguire una rubrica su affettività e sessualità, tenuta da una nota modella e “influencer”, Aurora Ramazzotti. 

La figlia del noto cantante rispondeva alle domande che molte ragazze le ponevano. Domande che, soltanto a leggerle, sono state un tonfo al cuore per me. Perché rivelano lo smarrimento di tante persone, l’incapacità di amarsi per prime e per primi (se non ti ami, come farai a trovare qualcuno che ti ama?), la fatica di costruire qualcosa che punti al per sempre, la rassegnazione ad uno status quo che non soddisfa (“Faccio sesso con uno dei miei migliori amici, ma non so se siamo più solo amici, lui dice di sì”, è solo una delle tante questioni poste all’attenzione della Ramazzotti).

Spesso noi cristiani abbiamo la sensazione di vivere in un mondo un po’ a parte, un po’ protetto. O almeno parlo per me. Spesso, forse anche per le amicizie e gli ambienti che frequento, mi capita di dare per assodate alcune realtà che considero l’abc dell’amore e dello stare insieme. Frequentare mondi diversi dal mio (anche fosse solo il profilo di un’influencer seguita da milioni di persone) mi ricorda che nell’ambito dell’educazione affettiva c’è davvero tanto da fare.

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La prima riflessione, che è sorta in me leggendo quelle domande, riguarda l’importanza di intercettare i giovani quando sono ancora davvero molto giovani

Intercettiamoli prima che il mondo li convinca di non poter sperare in qualcosa di bello, grande, duraturo. 

Intercettiamoli quando si fanno la fatidica domanda sul momento giusto. 

Intercettiamoli prima che la loro vita prenda delle pieghe così dolorose da cercare risposte ovunque.

Si pensa spesso, purtroppo, che sperimentare il sesso sia un po’ una conquista personale (perdere la verginità sembra il passaggio che ti rende finalmente “uomo” o “donna”) e quando si vive una relazione lo si considera quasi “alla base”: si crede che sia un elemento da introdurre quanto prima per “verificare l’affinità” e rendere la coppia più unita, più coesa, più forte. Al contrario, quando si parla di attesa, si pensa a una tortura, a una limitazione che logora il rapporto. Non ci si ricorda che attendere qualcosa dona valore a ciò che si attende. Non si ricorda che la lontananza divide chi non è unito, fortifica, invece, chi si vuole bene davvero.

Non concedersi subito o con facilità, soprattutto oggi, può sembrare difficile. D’altronde, comporta sacrificio, per i tanti stimoli che si ricevono. Eppure, nel preservarsi, molti trovano poi la loro vera vocazione. 

Tanti, nel preservarsi, non cadono nello smarrimento cui conducono le passioni non governate.

Castità – che non è mera astinenza, come ha ricordato il papa nella sua ultima udienza – è anzitutto amore per sé stessi, custodia del proprio corpo e della propria vita.

Chiediti spesso a quale progetto d’amore sei chiamato o chiamata e poi allontana tutto ciò che ti porterebbe lontano: magari ti costerà dire quei no, ma ne vale la pena. Ne vale proprio la pena.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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