DONARE LA VITA

La Provvidenza agisce anche nel dolore: incontrando la figlia di Santa Gianna Beretta Molla

Gianna Beretta Molla

Qualche anno fa, ebbi il dono di incontrare Gianna Emanuela Molla, figlia di Santa Gianna Beretta Molla. Mi diede una testimonianza preziosissima. Raccontò che il padre, Pietro Molla, fu il primo marito ad assistere alla canonizzazione della moglie e che le diceva di non sentirsi in colpa, per il fatto che la mamma era morta per darla alla luce: “Ora sta facendo del bene in tante parti del mondo”.

Gianna Beretta Molla non aveva ancora quarant’anni quando scoprì di avere un fibroma all’utero. Le venne consigliato di asportare l’utero, ma era incinta di due mesi e non volle. 

Sentiva che la vita di sua figlia dipendeva da lei. 

Quella scelta le costò la morte di parto, ma permise alla bambina, Gianna Emanuela, di vivere. 

Quest’ultima, quarta di quattro fratelli e sorelle, prendendo coscienza della sua storia, attraversò periodi di sofferenza. A volte, soprattutto da bambina, si sentiva in colpa. Però, anche grazie al papà, Pietro Molla, ha imparato a nutrire una profonda gratitudine per la mamma e ad abbandonarsi fiduciosa tra le braccia di un Dio che guarda molto più lontano di noi. 

Oggi afferma: “Ogni mattina, quando mi sveglio e apro gli occhi, ringrazio il Signore, la Vergine Maria che ha fatto incontrare i cuori di Mamma e Papà, per il dono della vita, che è davvero tutto: io posso ben dirlo, non sarei qui adesso, se non fossi stata amata così tanto! Il dono della vita è davvero il dono più grande, più prezioso e più sacro, che si è sempre in dovere di onorare, di rispettare e di difendere”.

La morte di Gianna è stato un dolore profondo per molti: era una donna sempre dedita agli altri, disponibile, un medico eccezionale, una mamma generosa, una moglie dedita. Perché ha dovuto lasciare la terra così presto?

Gianna Emanuela in passato se lo chiedeva e il papà le rispondeva che la mamma, dal Cielo, stava aiutando più persone di quante non ne avrebbe potute aiutare qui sulla terra e che, comunque, stava aiutando anche loro.

La Provvidenza, infatti, a cui Gianna credeva moltissimo, non ha mai lasciato la famiglia: anche nel periodo buio della malattia e della morte di Mariola (un’altra figlia di Gianna che è morta giovanissima, poco dopo la mamma) e nella lunga malattia di Pietro, che, pur anziano e provato, ha potuto assistere alla canonizzazione della moglie in piazza San Pietro. 

Oggi, Gianna Emanuela, è un raggio luminosissimo: non ha rimpianti, non è arrabbiata, sa che dietro ad ogni croce si nasconde il germe della resurrezione e che se Dio permette un male è solo per trarne un bene: “Il Signore ha scelto la mia Mamma tra tante Mamme Sante che ci sono in Paradiso, perché fosse di esempio alle mamme, ai giovani, ai fidanzati, alle spose, ai medici, agli operatori sanitari, alle famiglie, e perché potesse fare tanto bene, come sta facendo, ormai da molti anni, in diversi Paesi del mondo, io ne sono testimone”.

Leggi anche: Gianna Beretta Molla, aggiungere la vita ai nostri anni

Pietro è stato il pilastro della famiglia, una volta defunta la moglie. Ecco cosa racconta Gianna Emanuela: “Mi ricordo che Papà mi diceva che aveva implorato il Signore di salvare la vita anche della Mamma, e non soltanto la mia, ma il Signore, nella Sua infinita sapienza e nei Suoi imperscrutabili disegni, non è intervenuto a salvare la vita della Mamma; lui, pur con immenso dolore, ha accettato la Sua santa volontà senza comprenderla. Soltanto molti anni dopo ha capito cosa il Signore volesse per la Mamma, quando la Chiesa gli ha chiesto il permesso per poter aprire la sua Causa di Beatificazione, e la Mamma è stata proclamata Beata come madre di famiglia il 24 aprile 1994, a soli 32 anni dalla morte, da san Giovanni Paolo II, e 10 anni dopo, il 16 maggio 2004, Santa dallo stesso Papa: “Se fosse rimasta qui con noi – mi diceva Papà – avrebbe continuato a fare del bene alla sua famiglia, al suo prossimo e ai suoi ammalati, ma il Signore voleva che la Mamma facesse del bene a molte, molte più persone, in tante parti del mondo”.

Non si contano tutte le grazie ricevute nel mondo per sua intercessione. Racconta sempre la figlia nata grazie al suo sacrificio: “Con la sua vita cristiana e morte esemplari ha reso lode e gloria al Signore; con la sua potente intercessione continua a rendere gloria al Signore, e il Signore testimonia il Suo amore infinito per noi anche attraverso la sua intercessione”, spiega ancora Emanuela.

“Posso testimoniare che la grazia più frequente ricevuta per intercessione della mia Mamma, in diverse parti del mondo, è proprio questa: il dono di un figlio, anche dopo 7 anni e più di matrimonio, anche dopo più aborti spontanei. Quante bambine che si chiamano “Gianna” incontro nei miei viaggi negli Stati Uniti! La Mamma è la prima Santa della Diocesi di Milano, considerata una delle Diocesi più grandi del mondo, dopo il Cardinale San Carlo Borromeo, canonizzato nel 1610! É stata l’ultima Santa proclamata da San Giovanni Paolo II, alla presenza anche del mio Papà, che allora aveva 92 anni: era la prima volta, nella storia della Chiesa, che un marito fosse presente alla Canonizzazione della propria moglie!”

Una storia apparentemente di dolore è diventata una storia d’amore e Gianna Emanuela testimonia come scegliere la vita, sempre e comunque, per amore di Dio, produca frutti abbondanti. Perché il nostro è un Dio che ama la vita. 

La versione integrale della testimonianza di Gianna Emanuela Molla si può leggere nel libro: “Vivere il lutto insieme a Dio per ritrovare la pace. Dieci storie vere” (Cecilia Galatolo, Mimep Docete)




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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