IL MISTERO DEL DOLORE

“Mamma, tranquilla, andrà tutto bene”: le ultime parole di Azzurra, morta per far nascere suo figlio

Azzurra Carnelos è morta sabato notte, a 33 anni, di tumore al seno. La malattia era riapparsa durante la gravidanza, ma ha scelto di posticipare le cure per non danneggiare il bambino in grembo. Fino all’ultimo ha sorriso, stringendo tra le braccia il suo dono più bello, Antonio. È morta dicendo alla mamma che sarebbe andato tutto bene. 

Domenica 14 aprile, nella parrocchia dove sono catechista, abbiamo invitato una coppia di Bologna, Nicola e Giulia, a parlarci del tema “La famiglia come Chiesa domestica”, a seguito della Messa celebrata in occasione di alcuni anniversari di nozze della parrocchia.

Nicola e Giulia, autori dei libri “Il deserto fiorirà in giardino” e “Quanto a me e alla mia casa serviremo il Signore”, hanno una storia molto particolare, perché il loro vero incontro con il Signore è avvenuto in un momento di grande disperazione: avevano infatti scoperto che la seconda figlia sarebbe stata per sempre segnata da una grave disabilità. Tutti i loro sogni erano andati in frantumi. Sopravvivevano, ma non avevano una vita piena. 

Poi hanno incontrato una coppia, che aveva adottato un figlio con disabilità, e la loro prospettiva è cambiata. Hanno accolto Cristo proprio nella croce, non nonostante essa, e hanno aperto prima le porte del loro cuore, poi della loro casa, diventando un punto di riferimento per tanti fidanzati e sposi.

Un passaggio della loro storia mi ha colpito profondamente: “Non vogliamo ingannare nessuno, né sminuire la sofferenza. Perché la sofferenza è scandalo. Non è bello soffrire. Il dolore non è bello e non viene da Dio. Però, negli anni abbiamo cambiato la domanda… più che chiederci perché fosse capitato, abbiamo iniziato a chiederci come starci, nella situazione che vivevamo. E abbiamo imparato che anche da una situazione oggettivamente brutta, come veder soffrire un figlio, può nascere un bene… Se nostra figlia non fosse stata così, probabilmente tante esperienze significative della nostra vita non le avremmo fatte!”.

Rientrata a casa, dopo aver ascoltato questi coniugi, mi è capitata sotto agli occhi la notizia di una giovane donna che ha dato la vita per far nascere suo figlio. 

Azzurra Carnelos, oggi chiamata da molti “la mamma coraggio” è morta sabato notte, a 33 anni, di tumore al seno. 

Nel 2019 era a Milano quando una notte si è svegliata all’improvviso. In sogno aveva udito una voce, le sembrava quella della nonna Nori, morta di cancro al seno, che le diceva di farsi controllare subito da un medico perché c’era qualcosa di brutto. La giovane non ha perso tempo e, pur non avendo particolari sintomi che potessero far pensare al peggio, ha chiamato la mamma che le ha fissato una visita. La diagnosi è stata tremenda: c’era, in effetti, un nodulo al seno. Sono iniziate le cure. Sembrava che il male fosse stato preso per tempo, tanto che poi è arrivata la guarigione completa. 

Leggi anche: Esaltare un gesto doloroso come l’aborto? La Francia e il suo esempio di “civiltà” (puntofamiglia.net)

Nei controlli successivi, il tumore non è ricomparso. Azzurra era fidanzata con Francesco e i due hanno deciso di sposarsi, nel giugno 2022. 

A febbraio dell’anno successivo hanno annunciato di essere in tre. Proprio mentre era Azzurra incinta, però, gli esami clinici hanno rilevato di nuovo l’esistenza del cancro. 

“Azzurra è stata forte, dolcissima e gentile fino alla fine – dicono i suoi familiari -. Nel 2019, quando ha fatto quel sogno, è come se la nonna l’avesse avvisata di curarsi subito per permetterle poi di diventare mamma. È nato Antonio, il figlio che lei tanto desiderava”. Un bimbo sanissimo, che ha amato con tutta sé stessa. 

“È stata una grande mamma, una grande moglie”, dice il marito. 

I parenti tutti sono grati ad Azzurra per l’amore che ha donato loro e soprattutto ad Antonio, messo al primo posto: aveva deciso, infatti, di portare avanti la gravidanza nonostante il ritorno del cancro, da cui sembrava inizialmente guarita. Il bambino è stato fatto nascere prima possibile, a 32 settimane, per permettere alla mamma di curarsi.

Fino all’ultimo, Azzurra, pur debole e provata, si è goduta ogni istante del suo piccolo Antonio, che ora, ne siamo certi, vedrà crescere dal Cielo.

La giovane mamma ha combattuto con tutte le sue forze, senza perdere la speranza e l’amore per la vita. “Stai tranquilla mamma, andrà tutto bene”: queste le ultime parole dette alla madre Antonella venerdì, mentre si addormentava piano, prima di morire nel fine settimana. 

Azzurra Carnelos era sempre stata una bambina bravissima a scuola, adolescente dolcissima e gentile, laureata con la lode in Economia bancaria e Finanza, nello stesso giorno del suo futuro marito, nel 2015.

Anche gli sposi della testimonianza che avevo ascoltato quella mattina si erano laureati nello stesso giorno e mi ha colpito che, proprio come la coppia ascoltata la mattina, questi due giovani, Azzurra e Francesco, hanno imparato a non è maledire la vita per essere finiti sulla croce, imparando a trasformarla da legno secco in albero che fiorisce. E mentre in Francia, così come in tanti paesi che si dicono “avanzati”, le donne si commuovono perché qualcuno ha riconosciuto loro il diritto di sopprimere la vita nascente come e quando vogliono, noi continuiamo a commuoverci quando una donna accoglie la vita, nonostante le prove e la sofferenza. La pienezza che ne deriva supera, infatti, la sofferenza stessa. È la pienezza di chi può dire, poco prima di morire: “Mamma, tranquilla, andrà tutto bene”.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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