È possibile una “corte continua” nel matrimonio? Ne parlano Antonio e Luisa De Rosa

fidanzati

Oggi proponiamo la seconda parte dell’intervista rivolta ad Antonio e Luisa De Rosa, sul libro “L’ecologia dell’amore” (Tau Editrice). Abbiamo chiesto loro cosa si intenda per “deserto sessuale” nel matrimonio e come se ne esca. “Il desiderio dell’uno verso l’altro ha sì delle cause fisiche e ormonali – ci hanno risposto – ma con il tempo acquista sempre più valore un’altra componente: la relazione”. Per questo è importante la “corte continua”…

Antonio e Luisa, nel vostro libro “L’ecologia dell’amore”, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, spiegate l’importanza della “Corte continua” per vivere bene l’atto sessuale. Potete dirci qualcosa su questo concetto?

La mancanza di “corte continua” è una delle cause principali per cui una coppia perde la sua intimità, il desiderio. Questo porta al deserto sessuale

Noi, spesso, ci convinciamo che il desiderio sia una forza che c’è, una forza che non dipende da noi e se viene a mancare è successo e basta. In realtà non è così. Il desiderio dell’uno verso l’altra ha sì delle cause fisiche e ormonali, ma con il tempo acquista sempre più valore un’altra componente: la relazione. Ne parliamo diffusamente nel nostro libro. La sessuologa canadese Rosemary Besson ha dimostrato come nelle coppie di lunga durata il desiderio ormonale diventi sempre meno importante mentre quello relazionale sempre di più. Il desiderio della donna in particolare cresce e si nutre della relazione, delle carezze, degli abbracci, dell’ascolto, della cura e di tutto l’amore che ha ricevuto dal marito in tanti piccoli gesti quotidiani. Il desiderio nasce dalla volontà di donarsi a chi l’ha fatta stare tanto bene. Naturalmente l’impegno deve essere reciproco, ma la donna ne è più influenzata. Comprendi, Cecilia, come questa dinamica sia fondamentale durante il tempo della menopausa, dove il desiderio ormonale finisce sotto i tacchi? Noi, per farci capire, durante i corsi diciamo che i preliminari non iniziano in camera da letto, ma iniziano dalla fine dell’amplesso precedente. Ogni momento diventa buono per far crescere il desiderio che condurrà al rapporto successivo. Ogni gesto d’amore quotidiano è un preliminare

Voi parlare della tenerezza come ingrediente principale dell’intimità. Perché la donna aiuta l’uomo in questo?

L’uomo rischia di dimenticare l’importanza della tenerezza e di sottovalutarla. Egli spesso diventa tenero quando desidera avere un rapporto con la moglie. Perché l’uomo è fatto così: soprattutto fino ai 40-50 anni, gli basta un’immagine in testa o una scollatura della moglie per far accendere il desiderio. Devi sapere che, dopo la pubertà, l’uomo ha una spinta ormonale (testosterone) di venti volte superiore rispetto a quella della donna. Non dimentichiamoci poi che molte coppie vivono il fidanzamento senza castità e questo “educa” il maschio a essere tenero solo come modalità propedeutica al rapporto. Ciò significa che, quando poi durante il matrimonio non si possono avere rapporti per i più disparati motivi, l’uomo smette di essere tenero e questo lo allontana sempre di più dalla sua sposa generando un circolo vizioso. Senza contare che la donna se si accorge – e se ne accorge – che il marito diventa tenero solo in vista del rapporto fisico, percepisce quella tenerezza come del tenerume, cioè un modo artefatto e falso per ottenere qualcosa

Ciò non la fa sentire amata, ma usata, creando poi, alla lunga, disastri nella relazione. Invece è importante che l’uomo comprenda la bellezza della tenerezza come linguaggio d’amore che è bello e appagante di per sé, e in questo la moglie può aiutarlo e guidarlo, perché per lei è più naturale.

Leggi anche: “L’ecologia dell’amore”: intervista sul libro di Antonio e Luisa De Rosa (prima parte) (puntofamiglia.net)

I metodi naturali per distanziare le gravidanze vengono descritti nel vostro libro come sale della coppia e non come limitazione. Secondo voi, addirittura, aiutano a prevenire il “deserto sessuale”. Perché?

La risposta a questa domanda si lega a tutto il discorso fatto fino a ora. L’uso degli anticoncezionali educa i due sposi ad avere un rapporto quando ne hanno voglia, quando gli ormoni si fanno sentire, quando c’è la pulsione. Bellissimo, no? Bello fino a quando questo desiderio c’è. Poi, nel matrimonio, arrivano le preoccupazioni, la stanchezza, lo stress, i figli e si comincia a fare un po’ di fatica ad ascoltare gli ormoni. Si preferisce dormire. Si cominciano a diradare i rapporti e si finisce con l’averne sempre di meno fino al deserto. I metodi naturali impegnano la coppia a “programmare”. Che non è una “x” sul calendario. Significa vivere i giorni di astinenza come occasione per amarsi gratuitamente. La corte continua e la tenerezza senza secondi fini di cui accennavamo prima. Questa attesa diventa nutrimento per il nostro desiderio, che troverà compimento quando potremo avere un rapporto. Perché gli sposi che si avvalgono dei metodi naturali sanno che il desiderio non è una forza ingovernabile ma una piantina da curare giorno per giorno. 

Spesso paragonate il dono degli sposi nel talamo nuziale ad una messa. Un po’ forte come immagine… Potete spiegarcela un po’?

Il nostro amplesso è gesto sacro e liturgico. Ora non possiamo entrare troppo nel dettaglio, ma nel libro lo spieghiamo bene. Il matrimonio si compone di due parti. La promessa in chiesa, davanti ai testimoni, e il primo amplesso nell’intimità della camera da letto. L’amplesso è parte integrante del sacramento stesso, con relativa effusione di Spirito Santo. Questo perché con il corpo confermiamo la volontà di essere uno. Ciò significa che ogni volta che due sposi fanno l’amore stanno riattualizzando (rinnovando) il sacramento del matrimonio. Io sono sposato con Luisa da 21 anni. Ecco, ogni volta che vivo l’intimità con lei è come se rendessi nuovamente presente quella realtà di 21 anni fa, sposandola di nuovo. Esattamente come avviene per l’Eucarestia. Gesù è morto in croce circa 2000 anni fa. In ogni Messa però è rinnovato in modo incruento il Suo sacrificio. Gesù non muore un’altra volta, ma viene resa attuale, presente nell’oggi quella morte. Gesù si dona totalmente a noi nell’Eucarestia così come gli sposi si donano totalmente l’uno all’altro nell’amplesso. 

Un messaggio del libro che, secondo voi, può cambiare la vita agli sposi che ci leggono…

Tutti possono essere felici nel matrimonio. Abbiamo tutto per costruire una relazione bella e santa. Gesù vuole darci tutti i suoi doni. Noi dobbiamo soltanto dare i nostri 5 pani e 2 pesci. Dobbiamo metterci tutta la volontà e tutto di noi stessi. Abbiamo visto coppie rinascere. Mettete la vostra relazione e la vostra intimità al centro e vedrete miracoli, perché è lì che vuole essere trovato Dio. La preghiera e i sacramenti sono fruttuosi quando ci permettono di diventare santi nel matrimonio. 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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