DEVOZIONE MARIANA

Studenti scapestrati in gita a Parigi pregano Maria: ottengono miracolo per il loro professore

di Francesca di Giovanni

Nessuno voleva portare in gita quella quinta ragioneria di scapestrati. Solo il docente Giovanni accettò: voleva recarsi nella Chiesa della Medaglia Miracolosa. “Ok, vi porto: visiteremo Parigi, ma andremo anche tutti insieme in un posto che vi dico io; è l’unica cosa che vi chiedo”. “Certo prof, sicuro, dove vuole!”. Fu così che questi scalmanati studenti, in ginocchio col loro prof., strapparono una grazia che Giovanni aspettava da anni….

Ero piccola quando mio zio mi regalò la mia prima Medaglietta Miracolosa. L’avevo aggiunta alle miriadi di bracciali di cui all’epoca i teenagers come me si riempivano i polsi; non mi ero fatta domande: era fashion, aumentava il mucchio e questo mi bastava. 

Nei mesi i miei occhi si erano abituati a vederla al polso; ricordo infatti, che quando mi si ruppe il braccialetto al quale l’avevo messa, corsi subito a ricomprarne un altro per poterla di nuovo indossare. Ho perso il conto dei braccialetti che negli anni ho rotto e subito sostituito per averla sempre indosso, l’ultimo proprio qualche mese fa… ma adesso sono consapevole di volerla sempre con me. 

Il mio non è un #adv (anche perché probabilmente non avrei l’influenza per far comprare qualcosa neanche alla mia vicina di casa), ma ho visto quanto questa Medaglietta puó fare e lo voglio testimoniare. 

Eravamo alle porte del 2000. Giovanni, giovane siciliano, e Cristina, piemontese DOC, erano poco più che ventenni. Si conobbero a Torino, dove Giovanni aveva da poco iniziato un cammino di discernimento vocazionale. Si era infatti da poco convertito (e sulla sua conversione ci sarebbe da scrivere un bell’ articolo, perché è davvero meravigliosa) e sotto la guida del suo padre spirituale stava cercando di capire quale fosse la sua strada. Il sacerdote gli fece conoscere il Movimento di cui era guida spirituale. E fu proprio lì che incontrò Cristina per la prima volta. Tra loro nacque subito una bella amicizia; “In breve tempo diventammo il migliore amico l’uno dell’altro” ricorda Cristina, “rispettavo molto il suo percorso di discernimento, la nostra era davvero solo una amicizia. C’era una grande sintonia”. 

Al termine dei due anni di discernimento Giovanni ebbe chiaro che la sua strada non era la consacrazione sacerdotale e dopo il Campo estivo con i bimbi del Movimento sarebbe ritornato definitivamente in Sicilia. Era il 24 Giugno, Festa di San Giovanni, Patrono di Torino. In città ci sarebbero stati i fuochi quella sera. Il campo dei bimbi era appena finito e la mattina successiva Giovanni avrebbe preso l’aereo. 

Giovanni propose a tutti gli animatori di andare a vedere i fuochi a Torino. Alla domanda “Chi ci sta?” solo Cristina alzò la mano: tutti infatti avevano capito che i tra i due stava nascendo qualcosa e volevano lasciarli soli. Quella sera, prima di separarsi, Cristina non si trattenne più: “Sai Giovanni, se la Madonna mi chiamasse a formare una famiglia, vorrei tanto che fosse con un giovane come te”, “Anche io Cristina”. E il 7 dicembre dell’anno successivo la Chiesa Gran Madre di Dio di Torino benedisse l’inizio di questa nuova Famiglia. 

Leggi anche: Sposi, come viviamo la misericordia nel nostro matrimonio? (puntofamiglia.net)

Cristina e Giovanni fin da subito furono aperti alla vita. I mesi iniziarono a passare e ogni mese la speranza che fosse “quello buono” era forte. Ma i mesi divennero anni. Giovanni e Cristina iniziarono a consultare i medici, e iniziò quello che loro definiscono “il calvario delle visite mediche”. Quante lacrime. “Il Primario di Ostetricia e Ginecologia del Gemelli di Roma ci consiglio’ di metterci il cuore in pace” ricorda Cristina, “cosa che già il nostro ginecologo di Torino ci aveva più volte detto”. 

“In quegli anni quante frasi del tipo “Mi raccomando neh ragazzi: gli anni passano, perché non fate un figlio?”. E noi rispondavamo sempre: “Quando il Signore vuole, noi siamo aperti” mascherando tutto il dolore. Non è stato facile! Abbiamo pregato tanto e tanti pregavano per noi, lo sapevamo”. 

Quattro anni e mezzo dopo, a Giovanni fu assegnata la cattedra di una 5^ ragioneria, era una classe terribile. La scuola era in zona Vallette, non proprio un quartiere facile di Torino. Quella classe era la tortura del corpo insegnanti. Era iniziato il periodo delle gite di classe e nessun professore voleva accompagnarli, figuriamoci! Un giorno a inizio lezione Giovanni fu avvicinato da questi alunni: “Prof, vogliamo andare in gita a Parigi, ma nessuno ci vuole portare; lei è la nostra unica speranza! La preghiamo, ci potrebbe portare?”. Giovanni iniziò a pensarci. Parigi, Parigi, Parigi! Fece sinapsi! 

“Ok ragazzi, vi porto: visiteremo Parigi, ma andremo anche tutti insieme in un posto che vi dico io; questa è l’unica cosa che vi chiedo”. Questi ragazzi avrebbero firmato una cambiale in bianco per andare in gita. “Certo prof, sicuro, dove vuole!” 

Arrivò il giorno della partenza per Parigi. Durante il soggiorno francese, i ragazzi prestarono fede alla loro promessa e seguirono Giovanni al Santuario di Rue du Bac, Santuario dove è nata la Medaglietta Miracolosa. Arrivati lì, Giovanni chiese a tutti i ragazzi di mettersi con lui in ginocchio davanti alla Madonna per pregarla insieme domandando una Grazia grande per lui e la sua famiglia. Non disse quale Grazia, anche se i ragazzi racconteranno più avanti di averlo immaginato. Questi ragazzi non erano abituati a pregare, ma nessuno si tirò indietro. Pregarono tutti! 

Il mese successivo Cristina e Giovanni la videro per la prima volta, quella seconda linea. Eccola nel primo test. Ed eccola sempre lì, anche nel secondo test. Nessun errore, Piergiorgio era arrivato!

Il giorno del Battesimo, un amico di Famiglia, che non sapeva nulla dei giorni parigini, prima dell’inizio della Celebrazione li raggiunse con in mano una cesta: “Ho pensato che avreste gradito un dono da fare a tutti gli invitati… Ho preparato queste Medagliette Miracolose da regalare” nessuno sapeva, Cristina e Giovanni rimasero senza parole. 

Alla fine della Celebrazione, prima di passare tra i banchi a donarle, per la prima volta Cristina e Giovanni raccontarono tutto. Tra i banchi anche alcuni dei ragazzi di quella quinta ragioneria. Quanta commozione! Da quella preghiera detta in ginocchio sono poi arrivati anche Lorenzo, Lucia, Valerio e infine la piccola Maria. 

Tornando a me, adesso ho 33 anni e la moda per le trentenni ora è molto minimal sui braccialetti: pochi e selezionati. Negli anni il mio mucchietto rumoroso è quindi scomparso pian piano, ma lei no, è rimasta perché lei è il mio #MaiPiuSenza!




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