FUNERALE DI PAPA FRANCESCO

Francesco, “ora prega per tutti noi”

Foto: Frame del video https://www.youtube.com/watch?v=O-GYD-Ukya0 - Vatican News

Non è stato solo il funerale di un Capo di Stato, quello del Vaticano, ma, prima di tutto, di un pastore, di un padre. Era questo il volere di Papa Francesco, che, in vita, aveva deciso di semplificare molto il rito funebre previsto alla morte di un pontefice. In una piazza San Pietro gremita, dove si sono ritrovate circa 200.000 persone, è avvenuto l’ultimo saluto al Santo Padre, alla presenza di fedeli giunti da ogni parte del mondo, dei cardinali, del clero e dei potenti della terra.

Sono le 10.00 di sabato 26 mattina, quando il feretro di Francesco viene portato in spalla da 14 persone, numero segno di pienezza e posto sul sagrato di Piazza san Pietro. Subito dopo, si osserva un minuto di silenzio, in segno di rispetto e di gratitudine.

Durante il rito funebre, il Vangelo è aperto sopra alla bara. Impossibile non ricordare quello stesso Vangelo appoggiato sulle spoglie mortali di Giovanni Paolo II: correva l’anno 2005 e, prima di oggi, è stata l’ultima volta che i cattolici hanno vissuto il funerale di un Papa in carica, con conseguente sede vacante.

La liturgia esequiale oggi è stata presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Il brano del Vangelo letto per l’ultimo saluto a Francesco è stato quello di Giovanni, in cui Pietro è chiamato da Gesù risorto a ribadire per ben tre volte di amarlo. A lui, poi, il Signore affida il compito di “pascere” le sue pecore (Giovanni 21,15-19).

Significativo e suggestivo, questo Vangelo, per una Chiesa che saluta il suo Pastore, in attesa di un nuovo successore di Pietro. Suggestivo soprattutto se pensiamo che, nemmeno una settimana fa, il 20 aprile, domenica di Pasqua, il Papa si trovava in quella stessa piazza, in mezzo al suo popolo; passava, con la papamobile, benedicendo e salutando, seppur con un volto provato e un corpo affaticato.

La mattina successiva, nel giorno del Lunedì dell’Angelo, 21 aprile, Francesco aveva anche ringraziato il suo personale infermiere per averlo riportato tra la sua gente.

Sarebbero state le sue ultime parole.

Il cardinal Re ha ricordato i passi salienti del pontificato appena concluso. Un annuncio semplice, una narrazione adatta a tutti, così come avrebbe certamente preferito il nostro amato Papa defunto. Ha definito Francesco il Papa degli ultimi.

L’omelia si è aperta così: “In questa maestosa piazza di San Pietro, nella quale Papa Francesco tante volte ha celebrato l’Eucarestia e presieduto grandi incontri nel corso di questi 12 anni, siamo raccolti in preghiera attorno alle sue spoglie mortali col cuore triste, ma sorretti dalle certezze della fede, che ci assicura che l’esistenza umana non termina nella tomba, ma nella casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto”.

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Re ha poi definito “intenso” il pontificato di Francesco e ha sottolineato che “nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena”.

Il celebrante ha poi affermato che il Pontefice “conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati”.

“Innumerevoli – ha detto in un altro passaggio – sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri. È significativo che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare”.

Un aspetto da ricordare anche quello della misericordia: “Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo della misericordia, sottolineando ripetutamente che Dio non si stanca di perdonarci: Egli perdona sempre qualunque sia la situazione di chi chiede perdono e ritorna sulla retta via”.

L’omelia, toccante soprattutto sul finale, si è conclusa così: “In unione spirituale con tutta la Cristianità siamo qui numerosi a pregare per Papa Francesco perché Dio lo accolga nell’immensità del suo amore. Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’. Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”.

Al termine della Santa Messa esequiale, il feretro del Romano Pontefice Francesco attraversando la città di Roma viene accompagnato nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per la tumulazione, ai piedi della Salus Populi romani da lui tanto amata.




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