aborto

Difendere la vita è ormai un delitto, ma i vescovi francesi non ci stanno

François Hollande

di don Silvio Longobardi

Oggi comincia il suo iter all’Assemblée Nationale in Francia una legge che propone di mettere a tacere con sanzioni pecuniarie e anche il carcere quelli che vogliono difendere e aiutare i bambini nel grembo materno e le loro mamme. In nome della libertà.

Prima di chiudere i battenti il Governo francese targato Hollande vuole lasciare un altro segno della sua funesta battaglia contro la vita nascente. Non basta aver allargato le maglie che permettono l’aborto, non è sufficiente averlo inserito tra i diritti fondamentali da garantire, ora vuole zittire tutti quelli che si oppongono all’aborto, anzi tutti coloro che cercano, senza alcun sostegno pubblico e con evidente sacrificio personale, di aiutare le mamme ad accogliere la vita, a custodire il filo visibile che lega la donna al suo bambino.

La legge che oggi comincia il suo iter all’Assemblée Nationale, il Parlamento francese, propone di estendere anche all’aborto il reato (già previsto dall’ordinamento legislativo) di chi ostacola l’applicazione di una Legge. In questo modo è possibile mettere a tacere con sanzioni pecuniarie e anche il carcere, almeno per quelli più ostinati. E tutto questo, ça va sans dire, in nome della libertà.

Ma questa volta i vescovi alzano la voce. E lo fanno attraverso un’iniziativa senza precedenti: mons. Pontier, arcivescovo di Marsiglia e Presidente della Conferenze Episcopale transalpina, ha scritto a François Hollande una lettera di protesta. Senza pesare le parole. Anzi. “Che lo si voglia o no, l’aborto è un gesto grave che interroga profondamente la coscienza”, non possiamo negare “l’angoscia esistenziale” che molte donne “provano dinanzi a questa scelta”. Con la Legge che il Parlamento si prepara ad approvare quest’angoscia “diventerà legalmente inesprimibile”. Continua il presule: il crescente consenso dei siti internet, che assicurano ascolto e sostegno, dimostra che rispondono ad un’attesa reale. Essi invitano a riflettere attentamente sulla scelta. Ed è proprio questo che viene loro rimproverato. A giudizio del Governo la donna non deve avere alcuna scelta e non deve essere aiutata scegliere. Se le Legge verrà approvata, questi siti internet dovranno essere chiusi o assumere una posizione favorevole all’aborto. È davvero paradossale.

Tutto questo, scrive mons. Pontier, rappresenta una gravissima limitazione alla libertà di espressione e costringe il mondo pro life a vivere nel nascondimento. “Per essere considerato un cittadino onesto, dobbiamo perciò escludere ogni alternativa all’aborto?”. Chiede ancora l’arcivescovo. E continua: “Il più piccolo incoraggiamento a custodire il bambino può essere qualificato come una sorta di pressione psicologica e morale?”. La conclusione è molto severa, mons. Pontier afferma che la Legge rappresenta un “gravissimo attacco ai principi della democrazia”; e denuncia la fretta con cui il Governo vuole farla approvare, a colpi di maggioranza. Temi come questi dovrebbero essere affrontati con la dovuta calma, dando spazio a quel dialogo sociale e culturale, che è il sale della democrazia. Solo in questo modo, conclude Pontier, possiamo costruire “una vita sociale che rispetta gli uni e gli altri”.

Un’iniziativa come questa, commenta il quotidiano Le Monde, è tanto più significativa in quanto piuttosto rara. La Chiesa francese ha sempre rispettato il principio della laicità. Forse troppo. Ed ora si accorge che è bene intervenire con la necessaria fermezza. Non per difendere gli interessi di una parte ma per il bene di tutti.

>> LEGGI LA LETTERA DI MONS. GEORGES PONTIER <<




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1 risposta su “Difendere la vita è ormai un delitto, ma i vescovi francesi non ci stanno”

Non condivido la tua idea ma darei la mia vita perché tu possa esprimerla. (Voltare)
Che bel salto indietro sta facendo la Francia. La libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero nel rispetto di quello altrui è la pietra miliare di ogni democrazia.
Credo ,pertanto ,che sia una questione di principio al di là del merito della questione.

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