Ricerca scientifica

Il calcio di inizio della vita si chiama “Dux”, la proteina che si attiva fin dal concepimento

morula

di Gabriele Soliani

Il codice genetico di un individuo inizia il suo sviluppo già dai primi istanti del concepimento grazie ad una famiglia di proteine chiamata “Dux”. Lo rivela una scoperta scientifica apparsa sulla rivista “Nature”.

Una scoperta rivoluzionaria apparsa pochi giorni fa sulla rivista Nature dimostra che il codice genetico non viene tradotto in un secondo momento, o stadio, come invece si pensava. Lo sviluppo inizia subito in modo graduale, coordinato e continuo.

Uno degli autori, il ricercatore del Politecnico di Losanna, Didier Trono, ha commentato: “Abbiamo fatto luce su ciò che attiva il programma genetico che ci fa diventare ciò che siamo”. Una conferma scientifica in più sul fatto che la vita umana inizia pienamente dal concepimento. Dunque nessuna “entità in atto”, nessuna “entità iniziale” o “progetto di umanità”.  Tutto è già in essere, in sviluppo fin dall’inizio senza soluzione di continuità.

Il programma genetico riceve il “calcio di inizio” del processo di crescita grazie ad una famiglia di proteine chiamata Dux e la scoperta viene considerata una pietra miliare della biologia dello sviluppo. Per questo si parla di evidenze scientifiche circa la personalità dell’embrione umano. Il prof. Roberto Colombo, docente di neurobiologia e genetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore scientifico del nuovo Centro per lo Studio delle Malattie Ereditarie Rare presso l’Ospedale Niguarda di Milano, ha commentato: «Questa scoperta fornisce una preziosa conferma scientifica – come ricorda l’enciclica Evangelium vitae (1995) – che “dal primo istante si trova fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: una persona…. con le sue note caratteristiche già ben determinate. Fin dalla fecondazione è iniziata l’avventura di una vita umana, di cui ciascuna delle grandi capacità richiede tempo, per impostarsi e per trovarsi pronta ad agire”». La scoperta, ha aggiunto il professor Trono di Losanna, ‘‘può anche aiutarci a comprendere alcuni casi di infertilità e forse portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per alcune distrofie muscolari’’.

Il punto di partenza è stata una ricerca sulla distrofia muscolare, nella quale era stato osservato che nelle cellule si accumulava una proteina della famiglia Dux, chiamata Dux4, fino a quel momento nota per essere coinvolta nelle fasi inziali dello sviluppo embrionale. A questa osservazione si è aggiunta quella che, ancora nelle cellule dei muscoli, è attivo un intero gruppo di geni attivi all’inizio dello sviluppo embrionale, quando, subito dopo la fecondazione, ovocita e spermatozoo si fondono formando la struttura chiamata zigote. È stato proprio questo a far pensare che le proteine Dux potrebbero essere cruciali nello sviluppo dell’embrione.

La conferma è arrivata dagli esperimenti condotti sugli embrioni di topo ai primissimi stadi dello sviluppo, dai quali il gene che produce le proteine Dux era stato eliminato utilizzando la tecnica che riscrive il Dna con un taglia-incolla, chiamata Crispr. Privato delle proteine Dux, l’embrione ha smesso di crescere.

Commentando la scoperta, il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, ha rilevato che “apre una nuova linea di ricerca e potrà aiutare a comprendere come nelle prime fasi dell’embrione dei mammiferi le cellule si differenziano e si specializzano per diventare organi e tessuti’’. Finora, ha aggiunto, si conoscevano gli starter dell’embrione dei moscerini della frutta e del pesce zebra, ma non i loro omologhi nei mammiferi. Le proteine Dux, ha rilevato, ‘‘entrano in azione dopo la formazione della cellula primordiale nata dalla fusione tra ovocita e spermatozoo, ossia lo zigote’’, una sorta di pre-embrione e funziona per circa 30 ore grazie al materiale genetico materno. ‘‘Solo dopo che il genoma dello zigote, nato da 23 cromosomi materni e 23 cromosomi paterni, entra in funzione – ha concluso – comincia lo sviluppo dell’embrione’’ e ad attivare le informazioni genetiche custodite nello zigote, ha concluso, sono proprio le proteine Dux. I Radicali di Pannella e Emma Bonino definivano l’embrione umano un “grumo di cellule” per giustificare l’aborto volontario, ma ora nemmeno questo possono più dirlo.




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