Diario della gravidanza

di Michele Di Gennaro

Nove mesi di gravidanza:uno straordinario viaggio verso la luce.

La incomparabile luce negli occhi di una mamma “in attesa” è segno che nel suo grembo è avvenuto il miracolo della vita. Secondo un rito antico ma sempre attuale, madre e padre teneramente accompagneranno i suoi passi per tutta la vita. Questo piccolissimo figlio, così tanto discusso, mostra tutta la grandezza quando sfogliamo le pagine del suo sviluppo. Uno sviluppo continuo, coordinato e graduale in cui egli è attivo protagonista e in relazione con la mamma. La vita è possibile grazie ad un dono che si realizza nel momento in cui si incontrano lo spermatozoo (gamete maturo maschile) e l’ovulo (gamete maturo femminile). E’ il momento del concepimento! In quel preciso istante padre e madre donano il proprio patrimonio genetico e si accende una nuova vita. In quel preciso istante viene attivato il metabolismo, l’energia, in questa nuova cellula e inizia così il ciclo vitale di un essere umano, di questo figlio. E’ chiamato embrione, poi sarà chiamato feto, poi neonato, bambino, adolescente, giovane, adulto, anziano. Lo zigote è l’embrione allo stadio di una sola cellula e già possiede una precisa identità ed orientamento grazie al suo individuale patrimonio genetico. E così giorno dopo giorno viene eseguito un piano-programma. Informato dai cromosomi, questo piccolissimo essere costruisce ordinatamente il suo organismo, tutte le sue cellule, organi e apparati. Nell’eseguire tutto ciò non è solo ma è in continuo colloquio con la madre grazie a meccanismi molto raffinati, complessi e non ancora completamente chiariti. Mentre moltiplica le sue cellule con uno straordinario ordine, in circa 5 giorni attraversa la tuba uterina della mamma intessendo con lei un colloquio biochimico crociato (cross-talk), in vista della preparazione del suo impianto nell’utero. Figlio e madre producono proteine che modificano la parete interna della tuba materna in modo che l’embrione possa essere accompagnato dolcemente, momento dopo momento, nel suo viaggio verso l’utero materno. Queste proteine sono anche necessarie per un regolare sviluppo dello stesso embrione fino al momento dell’impianto in utero. Arrivato in utero si libera dall’involucro di fertilizzazione (hatching) da cui era avvolto e comincia il processo di adesione alla parete uterina. Ora colloquiano tra di loro  per realizzare l’impianto. Il processo d’impianto non è ancora del tutto chiarito tanto che è definito un ”paradosso di biologia cellulare”. Infatti madre e figlio sono due esseri completamente diversi eppure non si respingono. Ciò è possibile perchè l’embrione libera delle sostanze di varia natura che sono utili per farsi riconoscere dalla madre e preparare con cura l’impianto in utero, e la madre libera proteine con il compito di attuare la tolleranza immunitaria, quindi non rigettarlo, e anche di stimolare la crescita del proprio bambino. Pronto il nido, vi aderisce e poi penetra nello spessore dell’utero. E’ nell’utero che viene accolto, nutrito, protetto fino al momento in cui lo sviluppo raggiunto è tale che il bambino potrà lasciare il grembo materno. Uno sviluppo che desta meraviglia per la sua perfezione, dal primo istante. Al 14° giorno sono formati tre strati di cellule da cui prenderanno origine tutti i tessuti e tutti gli organi. A soli 23 giorni batte il cuore! Alla 5.a settimana è lungo solo 5 mm. ma sono già abbozzati cervello primitivo, cuore, polmoni, tratti gastroenterico e genitourinario. Dall’inizio del terzo mese è chiamato feto. Ora dovrà solo maturare gli organi ed accrescersi, ben nutrito e protetto dalla mamma. Nel feto è molto sviluppata la sensibilità al tatto, all’udito e al dolore e così l’utero materno filtra i normali stimoli della vita quotidiana. Diminuisce l’intensità di alcuni (luce, rumori) e privilegia altri (battito cardiaco e brontolii intestinali materni). Dal 4° mese circa la mamma ha la percezione tattile dei suoi movimenti e lo sente crescere giorno dopo giorno nel suo grembo. Nell’utero il feto compie esercizi motori, di fonazione, di respirazione, si abitua al sapore e all’odore del liquido amniotico che ha le stesse proprietà organolettiche del latte materno. Al 7° mese percepisce il contatto attraverso l’addome materno, inizia ad essere consapevole e a distinguere i messaggi che gli arrivano, alterna momenti di veglia e di sonno e dall’8° mese comincia a sognare. Così, dopo questo viaggio affascinante in cui ogni piccolo istante è stato possibile grazie all’istante precedente, vede la luce.




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