In dolce attesa d’adozione

di Pietro e Filomena Grasso

La storia di Pietro e Filomena è speciale. Pur avendo Piergiorgio, figlio naturale, portano da sempre nel cuore il desiderio di accogliere un figlio adottivo. E così arriva Adriano. E leggete un po’ come Filomena che ama scrivere,  abbia inventato per i suoi figli una splendida favola per spiegare loro il percorso dell’adozione. Un tuffo nel cielo, tra angeli ed arcobaleni, la storia di due fratelli davvero birbanti…

Siamo una coppia di trentanovenni di Benevento, Pietro e Filomena Grasso, abbiamo due figli Pier Giorgio di 7 anni e mezzo ed Adriano di 15 mesi. L’emozione che stiamo per parteciparvi riguarda proprio il più piccino, Adriano, questo figlio nato da una scelta d’amore presa durante il fidanzamento, quella cioè che accanto ai figli biologici avremmo voluto avere anche un figlio adottivo. Adriano è arrivato, come un raggio di sole, nel gennaio 2007 ad appena 36 giorni.

Il nostro percorso adottivo nasce da un campo estivo di Azione Cattolica nel 1996 quando, ai giovani fidanzati presenti, venne chiesto di pensare e progettare insieme quale tipo di famiglia avrebbero desiderato avere. Ci sedemmo ai piedi di un grosso albero ed iniziammo a riflettere su quanto credevamo scontato: matrimonio, figli, casa… e che invece acquisiva connotazioni nuove. Scoprimmo per la prima volta il termine “famiglia aperta”.  Ci chiedevamo aperta a chi? E perché? E per chi? Noi che credevamo di essere impegnati, di avere le carte in regola per mettere su,  quella che si definisce una “buona famiglia di cristiani”, diventavamo consapevoli man mano delle nostre povertà, delle tante mancanze, delle mille incertezze e che fino ad allora avevamo incentrato la nostra vita ed il nostro futuro sull’egoismo affettivo. Sul tema figli ci ritrovammo a riflettere sul valore di questo dono e che queste creature non erano “nostre” ma ci venivano affidate da un Creatore per amarle, curarle e educarle alla fede.  Il percorso logico che ne seguì e che non essendo nostre la loro provenienza, biologica o adottiva era perfettamente indifferente. Questa rivelazione ci aprì nuovi orizzonti e decidemmo che avremmo adottato.

Dopo la nascita di Pier Giorgio, avvenuta nell’agosto 2000, e quasi contemporaneamente alla presentazione della domanda di adozione inoltrata al Tribunale di Salerno nel 2002, iniziammo a pensare a far crescere la famiglia. Con grande dolore ci fu diagnosticato, dopo alcuni anni, che questo desiderio di una seconda gravidanza “umanamente” non si sarebbe potuta più realizzare. Allo sconforto iniziale e all’incredulità seguirono gli anni d’attesa per l’adozione che assunse un nuovo significato acquisì un valore aggiunto. Quando ci fu comunicato l’arrivo di Adriano rimanemmo tutti e tre attoniti. Questa gravidanza “amministrativa” stava giungendo al termine. Come tutti i genitori che si rispettino e che conservano gelosamente le ecografie del nascituro, noi avevamo pensato di creare una “memoria dell’attesa”. In una graziosa cartellina abbiamo conservato, forse qualcuno lo considererà infantile o superfluo, le fotocopie delle due domande presentate in tribunale, le foto del giorno precedente alla presentazione, i tagliandi del parcheggio, i nostri pensieri …. insomma,  tutto ciò che riguardava l’attesa. Volevamo che nostro figlio avesse tangibilmente le prove di quanto è stato amato fin dall’inizio, di come è stato cercato, voluto, desiderato, che lui era nel nostro cuore il “già ed il non ancora”. Quando siamo andati tutti e tre a prenderlo in ospedale abbiamo filmato tutte le fasi per dargli memoria della nostra immensa gioia, di quanto sia speciale non perché è adottivo ma perché è lui: il nostro amore. Pier Giorgio nei primi giorni manifestò il terrore che la donna che lo aveva partorito potesse portarcelo via. Questa donna senza volto, sarebbe potuta diventare un fantasma. Pier Giorgio, aveva ascoltato nostro malgrado alcuni conoscenti che, vedendo Adriano così piccolo, ci consigliavano di non rivelargli la sua provenienza adottiva. Abbiamo allora inventato, senza volerlo, sera dopo sera, una favola che brevemente vi riportiamo e che lo ha calmato molto.




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