I nonni: una risorsa. Ma dove sono?

di Padre Gianfranco Grieco Capo Ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia

La famiglia oggi si trova nell’occhio del ciclone.  È malata e sembra  anche lontano il tempo della guarigione. In tanti si accostano al pianeta famiglia cercando di analizzare le malattie e di offrire  i rimedi. Mettere un po’ di ordine nella famiglia, oggi,  partendo dai nonni, è sembrato un dovere da parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha programmato in Vaticano la celebrazione della XVIII Assemblea Plenaria proprio sulla presenza e sulla testimonianza dei nonni nella famiglia e nella odierna società. Che fine hanno fatto i nonni? Perché bisogna invitarli a riprendere il loro ruolo nella vita della famiglia? Perché abbiamo assistito in questi anni alla loro emarginazione senza batter ciglio e senza scandalizzarsi della loro emarginazione su tutti i fronti?. Chi si interessa veramente di loro? Chi fa memoria della loro storia, della loro testimonianza, del loro eroismo?

Partiamo dalla società civile. Considerati come pesi essi sono in genere visti come persone che non producono più e pesano con la loro pensione al bilancio dello Stato padrone. Per loro vi sono, ma non sempre, letti nella case di cura e nelle residenze per anziani. Se poi sono malati, occupano posti negli ospedali e consumano soldi al ministero della sanità.  Non essendo più attivi, ma passivi, sono in realtà considerati più morti che vivi.

Anche nel contesto della famiglia la situazione di vita dei nonni non è facile, ma complessa. Non devono intromettersi, non devono fare appunti a nessuno, non devono  parteggiare, non devono consigliare… In una parola, non devono fare più il loro mestiere di nonni. I nonni vivono in tante famiglie un vero calvario. Vengono piuttosto sopportati che amati. Ed essi, notano come cambia il clima nei loro riguardi, in famiglia, e incominciano a cullare pensieri che fanno male e feriscono la loro dignità. Diventano allora  scorbutici e chiusi; non parlano con le persone di casa e, molte volte, preferiscono parlare con il gatto e con il cane piuttosto che con i figli e le nuore.

La situazione dei nonni e delle nonne non presenta soltanto, grazie a Dio,  questa facciata che ha tutto il sapore della negatività e della frustrazione. Vi sono famiglie dove i nonni contano, parlano, guidano, consigliano, pagano. Essi insieme con i figli e le nuore, o viceversa, vivono  nel cuore dei problemi della famiglia e si sentono  anche protagonisti di una vicenda che ha tutto il sapore della gioia di vivere. Queste famiglie sono famiglie benedette e costituiscono una forza silenziosa nella storia presente della società  postmoderna.

Per quanto riguarda il versante Chiesa, anche la comunità cristiana parrocchiale e diocesana deve incominciare ad aprire gli occhi di fronte ad un mondo di  nonni e di nonne che  hanno bisogno di maggiore attenzione e di costanti premure. Perché i nonni- ci si chiede- non sono protagonisti nella vita della parrocchia e della diocesi? Perché contano ben poco anche nella Chiesa? Perché vengono considerati delle persone che possono soltanto assistere, partecipare senza voce attiva ma solo passiva e non coinvolgerli in quel processo di evangelizzazione e di promozione umana che da anni predichiamo dal pulpito, senza  farli sentire protagonisti di una storia, parrocchiale e di quartiere, che necessita anche di loro? Tutto questo ha voluto ricordare la Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Mettere i nonni e le nonne al centro per dare presente e futuro alle loro vite consumate dal tempo, ma non dal cuore.




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