Voci di palazzo

di Anna Pisacane

L’Aborto è una questione politica centrale? L’embrione umano ha diritto a vivere? La legge 194/78 è intoccabile? A distanza di trent’anni di applicazione e non attuazione quali sono le  prospettive di miglioramento?Risponde alle nostre domande l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per la famiglia l’on. Carlo Giovanardi.

Giovanardi secondo lei l’aborto è una questione che riguarda la coscienza del singolo o tocca la sfera del bene comune?

Sicuramente tocca la sfera del bene comune perchè stiamo parlando di un evento che coinvolge due persone: la madre e il nascituro quindi è evidente che non può essere trattato come una questione privatistica che coinvolge il singolo soggetto giuridico. Nel nostro ordinamento anche il suicidio è considerato un atto non lecito. Non c’è il diritto di suicidarsi. Quindi non c’è dubbio che si tratta  una questione che riguarda il bene comune.

Siamo a trent’anni dalla promulgazione della legge 194/78.Lei pensa che si possa parlare di revisione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza?

No. Io credo che non ci siano grandi cambiamenti da allora. Le posizioni contro le attese dei radicali sono state battute da un referendum. C’è stata una situazione molto combattuta per quanto riguardava invece l’altro referendum che a quel tempo voleva abrogare la legge. Nel tempo si è sedimentata la convinzione che la 194 va applicata in tutte le sue parti e quindi che la prevenzione, l’informazione, il sostegno alle gestanti, sono parti importanti in questa legge, così come il dramma che si verifica quando nel bilanciamento delle esigenze della madre e del bambino si arriva a sacrificare il nascituro.  Quello che bisogna non trascurare è il fatto che la scienza ha fatto progressi. Se continua a vivere un feto che nasce prematuro, naturalmente non si può considerare più aborto, ma un vero e proprio infanticidio.

Lei quindi ritiene che la legge 194/78 sia una buona legge, il problema sia solo nella sua applicazione.

La legge non la definisco una buona o cattiva legge. Dico che è una legge che a questo punto c’è e va applicata in tutte le sue parti e naturalmente quest’ idea della “revisione” è un artificio dialettico perché viene usato da chi voleva accusare questa maggioranza e questo governo di voler stravolgere ed abrogare la legge 194. Noi vogliamo applicarla, ma certo anche tenendo conto l’evoluzione della scienza, particolarmente per quanto riguarda il termine entro il quale l’aborto può essere effettuato.

Rispetto agli aborti consentiti nei primi tre mesi di gestazione, che sono praticamente il 98% non pensa che vada fatto qualcosa anche per evitarli?

Io penso che anche qui bisogna trovare un equilibrio. Noi ci troviamo spesso di fronte a quelli che sono talvolta problemi economici, qualche volta esistenziali, qualche volta culturali, qualche volta riferibili a donne che non si pongono nemmeno il problema della gravità dell’atto che intendono attuare, altre che sono declinate a farlo. Ci vuole grande sensibilità degli operatori per intrecciare un dialogo che richiede anche professionalità, ma naturalmente la consapevolezza della delicatezza relativa all’argomento che si va ad affrontare.

Lei però sa che la legge non prevede l’obbligo di passare per  i consultori, quindi la donna può scegliere anche senza avere la possibilità di dialogare con gli operatori esperti.

Io sono contro i timbri e le questioni burocratiche, perché tante volte nel nostro paese i passaggi agli obblighi sono solo formali, un timbro e via. Qui non si tratta di mettere un timbro, di inserire un passaggio burocratico in più. Quando si parla di informazione e di prevenzione, si parla soprattutto di far crescere  una coscienza nelle singole persone, nelle donne, nelle ragazzine. Vedevo oggi i dati sull’ utilizzo dell’ RU 486, sono assolutamente preoccupanti perché è chiaro che chi ammette l’uso di queste sostanze ritiene che sostanzialmente l’aborto sia allo stesso livello di un anticoncezionale e così non è.

Lei ritiene che l’embrione è un essere umano?

Non c’è dubbio che un essere umano, un essere umano in divenire, ma comunque un essere umano, come lo è un bambino un secondo prima di nascere, non è ancora nato ma è sicuramente un nascituro in divenire.

Quindi non pensa che abbia diritto a vivere?

No. Io penso che abbia diritto a vivere, ci mancherebbe altro, io ho assolutamente questa consapevolezza, tant’è vero che la 194 originariamente metteva in contrapposizione la salute fisica e psichica della madre da quello del nascituro e quindi quando si arrivava ad un aborto era un sacrificio di una delle due parti, ambedue in difficoltà. Nel tempo invece si è perso la consapevolezza di questo sacrificio,  di questo dramma e si è incominciato da una parte a pensare all’aborto come anticoncezionale, dall’ altra a introdurre le metriche di selezione genetica, cioè l’idea che l’ embrione può venire al mondo solo se è perfetto e quindi con l’ eliminazione di tutti coloro che presentano imperfezioni. Questa è una cosa assolutamente inconcepibile perché presuppone che i deboli, i malati, e gli imperfetti non abbiano diritto alla vita.

Nello scorso mese di dicembre Giuliano Ferrara ha messo sullo stesso piano la pena di morte e l’ aborto, proponendo una grande moratoria sull’ aborto. Lei cosa ne pensa su questa questione?

Bisogna vedere cosa si intende per moratoria. Se per moratoria si intende una grande operazione culturale, politica e sociale per frenare l’aborto sono d’ accordo con lui, se invece per moratoria intende dire introdurre diversi punti che portano alla proibizione dell’aborto, non ci sono condizioni.

Il tema della vita riguarda quello più ampio della Famiglia, lei in qualità di sottosegretario alla Famiglia del nuovo governo cosa ha in cantiere per i prossimi anni?

Quello che è contenuto del programma di Governo e soprattutto la cosa più importante è il quoziente familiare o provvedimento che dal punto di vista economico prende atto a riconoscere la funzione sociale della Famiglia, specialmente la famiglia con figli.

Pensa che sia giusto che uno stato permetta a una donna di abortire per problemi economici. Ritiene che questo sia un punto della legge che possa essere rivisto?

Credo, anche lasciando la legge così come è, che se le cause economiche vengono rimosse, non c’è più motivo di abortire.




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