A Bologna i corsi anti divorzio

di Peppe Iannicelli

Il Comune di Bologna ha varato, la scorsa primavera, un ciclo di corsi prematrimoniali destinati alle coppie intenzionate a sposarsi civilmente all’ombra delle Due Torri. Il corso si articola in quattro appuntamenti nel corso dei quali s’illustrano: diritti e doveri reciproci dei coniugi riguardo all’organizzazione della vita familiare e nei confronti dei figli; elementi di sessualità e procreazione responsabile; nozioni giuridiche relative alla separazione ed al divorzio; questioni economiche e patrimoniali; psicologia della coppia.

Coppia avvisata, mezza salvata

L’iniziativa ha incontrato notevole gradimento ché, in effetti, ben poco sanno i nubendi in merito alle responsabilità civili assunte con il matrimonio. Quando l’innamoramento divampa non si bada troppo ai  codici ed alle carte bollate; ma è importante esser informati e consapevoli dell’importanza del passo compiuto per evitare spiacevoli sorprese e disastri coniugali. Due cuori ed una capanna è uno slogan ammirevole….. ma quando subentrano i conti da far quadrare, i dissidi sull’educazione dei figli, le aspirazioni personali se non c’è una solida base di reciproco rispetto ed amore ponderato il rischio del fallimento è pesantemente in agguato. Ottima dunque l’iniziativa felsinea ed auspicabile che l’esempio virtuoso sia seguito anche da altre amministrazioni locali. Dei fidanzati informati saranno certamente dei coniugi migliori e forse, riflettendo sugli aspetti legali del matrimonio, potranno anche prevenire la crisi del vincolo con le sue disastrose conseguenze economiche, sociali, personali ed educative.

Attenzione ai contenuti ed ai docenti

Naturalmente bisogna vigilare sul contenuto dei corsi e sulla qualità dei docenti. Numerosi settori del mondo politico, istituzionale e culturale perorano – con inquietante strombazzo mediatico – un’immagine confusa e distorta del matrimonio e della famiglia. Confondendo tra diritti civili personali e diritti familiari, qualcuno tenta di far diventare –anche ope legis –  coniugi e famiglia coloro che coniugi e famiglia non potranno mai diventare, per natura e diritto, con annessi e connessi. Absit iniuria verbis; non accada che durante i benemeriti corsi civili prematrimoniali si possano propagandare come legittime, tanto per fare un esempio, le unioni omosessuali. Una cosa sono i diritti civili (lavoro, casa, assistenza sanitaria, pensioni) che laicamente vanno garantiti a tutti è a ciascuno, ben altra cosa il voler assimilare la famiglia naturale fondata sull’amore fecondo tra un uomo ed una donna ad altre unioni di variegata tipologia. Altrettanto delicato è il profilo formativo dedicato alla sessualità matrimoniale da presentare come oblazione reciproca e non mero strumento d’edonistico piacere.

A Bologna, sotto quest’aspetto, sì è realizzata una collaborazione virtuosa tra il Comune ed Ucipem associazione di volontariato cattolico pro famiglia, i cui esperti laicamente impartiscono le lezioni sugli aspetti civili del matrimonio. Ma a Varallo, in provincia di Vercelli, il sindaco leghista Gianluca Bonanno ha deciso di regalare agli sposini del suo paese una pubblicazione dedicata esclusivamente al divorzio ed alla separazione. Che idea del matrimonio trasmette il primo cittadino ai futuri sposi se mentre celebra il matrimonio regala il manuale d’istruzioni per l’uso della separazione ?

Le parrocchie ed i corsi prematrimoniali

Il Comune di Bologna ha – benemeritamente –  copiato il tradizionale servizio offerto dalle parrocchie cattoliche che organizzano regolari corsi prematrimoniali per le coppie di fidanzati desiderosi di sposarsi secondo il rito di Santa Romana Chiesa.

Spesso, però, questi corsi prematrimoniali sono percepiti come un seccante obbligo imposto da qualche parroco pignolo. I tentativi per non parteciparvi sono numerosi e fantasiosi come se non fosse possibile ritagliarsi nella frenesia dei preparativi neanche qualche ora per riflettere sul sacramento matrimoniale (tale è per i credenti) e sul contratto coniugale (come tale si configura dal punto di vista civilistico per tutti i cittadini).

Signorine e giovanotti che dedicano mesi a scegliere abiti, locali per il banchetto, fotografi ed acconciature sostengono di non poter partecipare ai corsi parrocchiali  per ragioni di lavoro o di famiglia. È opportuno, anche in questo caso, che la comunità ed il parroco siano attenti. Chi non vuole prepararsi adeguatamente al Sacramento matrimoniale, lascia intendere che quella in Chiesa è una parata e non un rito solenne del quale gli sposi stessi sono ministri privilegiati. Non un obbligo pedante, dunque, ma siano questi corsi una grande occasione di crescita per la coppia di fidanzati ed un preludio alla futura ricchezza coniugale




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