Dall’inizio fino alla fine Totus Tuus

di Giovanna Pauciulo

1980, a soli due anni dall’inizio del suo ministero petrino Giovanni Paolo II  scrive: “Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l’Immacolata. Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l’ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi il cuore si rivolge in modo particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio”.

Il testamento spirituale  del pontefice contiene la chiave di lettura della sua esperienza di fede e del suo magistero. É evidente, anche se velata dalla sobrietà e dall’essenzialità, la certezza  che il  successore di Pietro ha di essere stato mandato a servire la causa della famiglia.  La sua non è solo una preoccupazione, pur se egli palpita per le famiglie di tutto il mondo e per la grande famiglia umana lacerata da egoismi, violenze, guerre e minacce di ogni genere.

Il magistero petrino di Giovanni Paolo II dà alla vocazione matrimoniale e familiare lustro e dignità. Negli ultimi 30 anni (1978-2008) la Chiesa ha permesso alla famiglia di riscoprire la sua verità originaria, di riappropriarsi della sua identità, di riconoscersi come una risorsa per sé e per l’umanità.

Epifania del Signore, cellula fondamentale della società, santuario della vita, comunione di amore, fondamento del futuro, patrimonio dell’umanità, chiesa domestica, con queste similari espressioni cariche di significato Giovanni Paolo II ha voluto e saputo intessere un dialogo fecondo e di evangelizzazione con l’intera famiglia umana.

L’avvenire dell’umanità passa per la famiglia è lo slogan che più di tutti raccoglie il trentennio di pontificato Wojtyla. La certezza che  a partire dalla famiglia, da come Dio l’ha pensata, che si può una risposta integrale alle sfide del presente e del futuro è stata la forza e l’amore di questo papa per la famiglia.

>Famiglia, spalanca le porte a Cristo!

Care famiglie di Roma, non abbiate paura di aprire la porta di casa a Gesù Cristo. Il suo progetto divino arricchisce la famiglia, la libera da ogni schiavitù e la conduce alla piena realizzazione della vocazione che le è propria.[…]

Care famiglie cristiane, guardate al bisogno d’amore, di donazione e di apertura alla vita, presente nel cuore dei vostri figli, disorientati da modelli di unioni fallimentari. I figli imparano ad amare il proprio sposo o la propria sposa guardando all’esempio dei genitori.

Non accontentatevi di vivere al vostro interno il Vangelo della famiglia, ma annunciatelo e testimoniatelo a quanti incontrate sul vostro cammino ed in ogni ambito della vita pubblica e sociale. In questo ardito, eppur connaturale, compito di testimonianza non siete soli. Lo Spirito Santo è con voi; abita in voi in forza dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e del Matrimonio! Egli vi sosterrà nell’adempimento della vostra missione! […]  Maria, Regina della Famiglia, con cuore materno tutti vi protegga e vi ottenga da Dio abbondanza di consolazioni.

Discorso a conclusione della Festa delle famiglie della Diocesi di Roma (02.02.1998)

ANNI ‘80

L’IMPEGNO ISTITUZIONALE,DOTTRINALE E SOCIALE

CRONOLOGIA

1979 – 1984  – Catechesi sull’amore umano

1980 – Sinodo della famiglia

1981 – Esortazione Apostolica Familiaris Consortio

1981 – Enciclica Laborem exercens

1981 – Istituzione del Pontificio Consiglio per al Famiglia

1982 – Istituzione del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia

1983 – Lettera dei Diritti della Famiglia

1983 – Codice di diritto canonico

1987 – Enciclica Redemptoris Mater sulla maternità divina di Maria

1987 – Enciclica Sollicitudo rei socialis

1988 – Lettera apostolica Mulieris Dignitatem (Dignità della donna)

1989 – Esortazione Apostolica Redemptoris custos sulla paternità di S. Giuseppe

Il Sinodo della Famiglia (1980)

Nell’omelia della messa di apertura del Sinodo Giovanni Paolo II sottolinea non soltanto la totale centralità della famiglia  e la sua  priorità nel nuovo orizzonte pastorale della Chiesa, bensì la sua condizione essenziale di soggetto privilegiato di evangelizzazione. La famiglia è l’oggetto fondamentale dell’evangelizzazione e della catechesi della Chiesa, ma essa è anche il suo indispensabile e insostituibile soggetto:  il soggetto creativo (Omelia Messa 26/9/1980). Due le questioni pastorali particolarmente problematiche che furono affrontate: la pastorale dei divorziati risposati e la trasmissione e alla difesa della vita umana.  analizzando questa questione dalla prospettiva della partecipazione dei battezzati nella vita della Chiesa.

L’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio (22/11/1981)

La Familiaris Consortio è senza dubbio il documento sulla famiglia che ha avuto l’eco maggiore.

La sua originalità consiste nell’aver fatto dell’istituzione familiare il luogo di una riflessione fondamentale sulla società. La famiglia partecipa al suo sviluppo, ed è la ragione per la quale non può essere snaturata: essa ha la vocazione di arricchire la società dell’esperienza dei legami di comunione e solidarietà che la rendono adatta alla formazione di un nuovo ordine mondiale. Per essere in grado di rendere questo servizio alla società, occorre che la famiglia si veda riconoscere i propri diritti e che sia promulgata una lettera dei diritti della famiglia che li garantisca.

Le Catechesi sull’amore umano (1979-1984)

Nel 1985 fu pubblicato  “Uomo e donna lo creò. Catechesi dell’amore umano”. Il libro raccoglie le catechesi che per 5 anni il Papa ha tenuto ogni mercoledì incontrando i pellegrini. Il tema delle catechesi è la ricostruzione di una antropologia adeguata, ottenuta attraverso la riflessione sulla corporeità, e che rappresenta la base e il fondamento unico per risolvere i problemi coniugali e familiari. Giovanni Paolo II ha voluto dire all’uomo, a ogni uomo chi è: ha voluto mostrargli la verità intera del suo essere alla luce del mistero della creazione e della redenzione.

Pontificio Consiglio per la

Famiglia e Pontificio Istituto di Studi (1981-1982)

Attraverso il Motu proprio Familia a Deo instituta del 9/5/1981 Giovanni Paolo II determinò la costituzione dell’attuale Pontificio Consiglio per la Famiglia per promuovere l’attenzione pastorale alle famiglie e all’apostolato familiare, in aiuto alla missione educativa, evangelizzatrice e apostolica a cui le famiglie sono chiamate.

Alfine di rendere sempre più chiara, con metodo scientifico, la verità del matrimonio e della famiglia, affinché laici, religiosi e sacerdoti possano acquisire in questo ambito una formazione scientifica già filosofico-teologica, anche nelle scienze umane, mediante la Costituzione Apostolica Magnum matrimonii Sacramentum del 7/10/1982, Giovanni Paolo II determinò il riconoscimento giuridico del Pontificio Istituto di Studi per il Matrimonio e la Famiglia.

“Lettera dei Diritti della Famiglia” (1983)

Diretto soprattutto, agli Stati e alle Organizzazioni Internazionali, così come a tutte istituzioni e alle persone interessate il Papa firma la Lettera dei Diritti della Famiglia.  Un impegno inedito che attesta la sollecitudine non solo pastorale della Santa Madre Chiesa per la famiglia, bene per l’intera umanità.

ANNI ‘90 IN  ASCOLTO DEI TEMPI

CRONOLOGIA

1991 – Enciclica sociale Centesimus annus

1993 – Enciclica  morale Veritatis Splendor

1994 – L’anno della Famiglia

1994 – La Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo

1994 – La Lettera “Gratissimam sane” (Lettera alle famiglie)

1994 – Istituzione della Pontificia Accademia della vita

1994 – Lettera ai bambini

1994 – Lettera ai Capi di stato di tutto il mondo e al Segretario Generale del l’ONU

1994 – Beatificazione di Gianna Beretta Molla ed Elisabetta Canori Mora

1994 – I Incontro Internazionale con le Famiglie (Roma)

1995 – Enciclica Evangelium Vitae

1995 – Lettera alle donne

1995 – Inclusione dell’invocazione Regina familiae nelle Litanie Lauretane del S. Rosario

1997 – Il Catechismo della Chiesa Cattolica

1997 – II Incontro Internazionale del Papa con le Famiglie (Rio de Janeiro)

L’anno della Famiglia

Il 1994 l’ONU dichiara l’ “Anno Internazionale della Famiglia”, nel corso del quale vengono organizzate diverse importanti attività, tra cui la Conferenza Internazionale del Cairo sulla popolazione. In ascolto dei tempi Giovanni Paolo II asseconda e convoca a sua volta l’anno  “Anno della Famiglia”.

Il suo obiettivo era inoltre, “l’approfondimento dei valori costitutivi di questa istituzione naturale, come aiuto nella costruzione di un mondo più fraterno solidale che riconosce nella famiglia la cellula fondamentale della società”. Il bene della famiglia, quindi, istituzione naturale, comunità di vita e amore, è una realtà da promuovere in quanto bene comune dell’umanità.

La Lettera “Gratissimam

sane”

Il Papa si rivolge  non alla famiglia «in astratto», ma ad ogni famiglia concreta di qualunque regione della terra, a qualsiasi longitudine e latitudine geografica si trovi e quale che sia la diversità e la complessità della sua cultura e della sua storia.  Egli stesso scrive “L’amore, con cui Dio “ha tanto amato il mondo” (Gv 3, 16), l’amore con cui Cristo “ha amato sino alla fine”» tutti e ciascuno (Gv 13,1), rende possibile rivolgere questo messaggio ad ogni famiglia, “cellula” vitale della grande ed universale “famiglia” umana. L’intento del Santo Padre è, come scrive alla fine della Lettera, che “la Santa Famiglia, icona e modello di ogni umana famiglia, aiuti ciascuno a camminare nello spirito di Nazaret; aiuti ogni nucleo familiare ad approfondire la propria missione civile ed ecclesiale mediante l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e la fraterna condivisione di vita. Maria, Madre del bell’amore, e Giuseppe, Custode del Redentore, ci accompagnino tutti con la loro incessante protezione!”

Beatificazione di Gianna Beretta Molla

La prima Santa sposata dell’epoca moderna viene canonizzata da Giovanni Paolo II: il papa della vita  e della famiglia.  Ella  è la santa delle mamme, della famiglia, ma soprattutto la Santa della vita e della gioia, che non esita a mettere a repentaglio la sua vita – perdendola poi effettivamente – per la sua quarta figlia. Non è certamente l’unica mamma che ha dimostrato questo coraggio, in un’epoca in cui il valore della vita umana, della vita non ancora nata, viene messo in discussione, proprio oggi, il gesto eroico di Gianna Beretta Molla è un segno che dimostra l’autentico amore di quelle mamme cristiane, capaci di donare la vita fino all’ultima conseguenza.

Catechismo della Chiesa Cattolica

Strumento valido e autorizzato al servizio della comunione ecclesiale e quale norma sicura per l’insegnamento della fede in virtù della sua autorità apostolica   Papa Giovanni Paolo II  riconosce il Catechismo della Chiesa; in cui la categoria fondamentale dell’espressione della fede della Chiesa sul matrimonio e la famiglia è quella di dono. La Chiesa è famiglia di Dio.  La famiglia è Chiesa domestica. Lo stesso numero prosegue: “La  sua attività procreatrice ed educativa è riflesso dell’opera creatrice di Dio. È chiamata a partecipare nella preghiera e al sacrificio di Cristo. La preghiera quotidiana e la lettura della Parola di Dio fortificano in essa la carità. La famiglia cristiana è evangelizzatrice e missionaria

TERZO MILLENNIO

CRONOLOGIA

2000 – Giubileo delle Famiglie

2001 – Incontro con le Famiglie: Credere nella famiglia è costruire il futuro

Beatificazione dei Servi di Dio Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, sposi.

2003 – IV Incontro Mondiale delle Famiglie a Manila:  La famiglia cristiana, buona notizia per il                         terzo millennio

2004 – Discorso all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

La missione delle coppie mature e sperimentate verso i fidanzati e le coppie giovani

2004 – Canonizzazione di Gianna Beretta Molla

Lentamente minato nel fisico prima da un tumore benigno, poi dal Parkinson e, infine, dai virus che hanno provocato poi il calvario degli ultimi mesi della vita terrena, i primi anni del terzo millennio, sono stati caratterizzati dalla sofferenza fisica. Ma Giovanni Paolo II non esita a incontrare di persona coloro che, nella fede, gli sono affidati. Non pochi sono i discorsi, le omelie, le visite in cui si affronta l’argomento “famiglia”. In questi anni più che in altri quella di Giovanni Paolo II è l’immagine del grande comunicatore, che sa intessere complessi ragionamenti filosofici ma si offre nonostante la sua malattia  alla gente con la semplicità di un padre.  Brandisce il crocifisso come una spada, se ne fa scudo, vi si appoggia e abbandona nei momenti di dolore così come nella meditazione.

Ma soprattutto parla e comunica incessantemente con il mondo, senza timore di servirsi di ogni mezzo offerto dalla tecnologia. Dai microfoni che amplificano il suo messaggio, tuona l’invito a proteggere la vitaa difendere la dignità umana calpestata dalla povertà e dalle ingiustizie sociali. Difende con altrettanto vigore la famiglia, minacciata da fattori sociali e culturali che fanno pressione su di essa rendendone difficile la stabilità; ma in alcuni Paesi essa è minacciata anche da una legislazione, che ne intacca – talvolta anche direttamente – la struttura naturale, la quale è e può essere esclusivamente quella di una unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio. Ecco allora l’invito ai politici a non promuovere leggi contrarie al ruolo di primo piano della famiglia, cellula fondamentale della società, prima scuola di vita e di libertà. A tutti ed in ogni occasione dice di  “non avere paura”, perché i santi solo coloro che, pur sentendosi inadeguati, non hanno paura di cercare la Verità.  Ed è in questo contesto che canonizza per la prima volta una coppia: i coniugi Luigi e Maria Beltrami Quattrocchi.

È certamente la grande capacità di comunicazione uno dei ricordi più incisivi di Papa Wojtyla, che ha saputo accorciare le distanze non solo con i propri fedeli ma anche con molti non credenti del nostro tempo, che hanno provato per lui una sincera simpatia e una profonda stima anche ed in particolare sulla questione “famiglia”.

Anche quando nell’ultimo scorcio del suo pontificato l’intervento di tracheotomia  gli tolse la possibilità definitiva di parlare, di far giungere il suo messaggio verbale, proprio allora il suo messaggio è giunto, invece, più forte, anche se più drammatico. È stato il messaggio di fede trasmesso dai suoi silenzi, dai suoi gesti, dalle furtive lacrime davanti alle televisioni di tutto il mondo, mentre i suoi messaggi venivano fatti leggere da altre voci. Tra le tante cose che la mente ricorda a tre anni dalla sua morte, a trent’anni del suo pontificato, c’è un’immagine che forse più di tutte vale la pena sottolineare, ed è il suo Angelus muto, quell’affacciarsi alla finestra su Piazza San Pietro per quello che sarebbe diventato il suo ultimo saluto terreno. Egli continua a parlare. In questi ultimi tre anni che completano il trentennio di Pontificato Wojtyla, il suo successore il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato numerosi interventi pubblici alla questione dell’amore umano e dell’istituzione familiare. Sicuramente l’insieme di questi testi si iscrive in perfetta continuità con il Magistero di Giovanni Paolo II.




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