Eucarestia, vero nutrimento per la vita sponsale

di Mirco e Rita Pizzoli

Preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo : Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me” (Lc. 21, 19)

Cosa vuoi dire, Signore, a noi sposi con questa frase? Che cosa ci insegni? La Tua Parola penetra la nostra vita e la trasforma, l’Eucaristia da te istituita e nella Chiesa celebrata costantemente, sacramento vivo in mezzo a noi, vivifica il nostro matrimonio e lo fa crescere.

Quando ci siamo sposati Tu eri lì con noi, Ti abbiamo chiamato a testimone del nostro amore, Tu Amore pieno, e ci siamo nutriti alla tua mensa nel dire il nostro sì, pubblicamente. Poi, nel corso degli anni abbiamo cercato di capire sempre di più che cosa significava per il nostro matrimonio, per la nostra vita di coppia e di famiglia partecipare insieme all’Eucaristia  e farne memoria nella vita di tutti i giorni.  Così si è radicata in noi la certezza che come  l’Eucaristia è sacramento che si celebra, ma anche perdura nel tempo, così possiamo guardare al nostro matrimonio come sacramento celebrato, ma presente nel tempo come segno visibile dell’amore di Cristo per la Chiesa. In questa prospettiva abbiamo cercato di essere discepoli, di impostare la nostra stessa vita secondo una disciplina che pone le sue regole in una sequela: seguire Te, via, verità e vita.

Nella nostra ricerca abbiamo paragonato il Vangelo di Luca con quello di Giovanni che nel raccontare l’istituzione dell’Eucaristia, nello stesso momento in cui in Luca si dice “mentre mangiava… prese il pane…“ pone la frase: “mentre cenava… si alzò, si cinse un asciugamani e cominciò a lavare i piedi ai discepoli“.

Questa serie di azioni  sottolinea il vero significato dell’Eucaristia come gesto d’amore e ci indica l’obiettivo a cui tendere concludendo: “se dunque io, il maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri… Vi ho dato l’esempio perché come ho fatto io facciate anche voi“.

Abbiamo così capito che cosa ci vuoi dire, Signore: ci inviti ad agire fra di noi con un rapporto di servizio umile “lavandoci reciprocamente i piedi”, riconoscendo, cioè nella relazione attenta e oblativa il fondamento del nostro amore. D’altronde questo modo di rispecchiarsi senza possedersi ci è stato donato fin dall’origine da Dio Padre, al momento della creazione, quando con il suo aiuto, il più grande che possa esistere, ha tolto l’uomo dalla solitudine offrendo l’altro come compagnia piena, ”carne della stessa carne”. La Parola di Dio nella Genesi ci presenta la prima coppia di sposi di tutta l’umanità  mentre vive  nella gioia l’originaria comunione, riconoscendo nella relazione di cura reciproca, e quindi di servizio, il nocciolo del proprio ministero, espressione alta della stessa cura di Dio per l’umanità.

La cura stessa che tu, Gesù, hai dimostrato per i tuoi discepoli, stando a tavola con loro, alzandoti, deponendo le vesti e piegandoti su di loro per lavare i piedi. Così, seguendo il tuo esempio, anche noi in coppia possiamo imparare ogni giorno a sederci per ascoltarci, a fermarci per condividere lo stesso pane, anche quello eucaristico, a deporre le vesti dell’arroganza, dell’impazienza, del calcolo, del dominio e cingerci l’asciugatoio del servizio per mantenerlo, proprio come Tu hai fatto. Il nostro amore coniugale penetrato dall’Eucaristia, pur mantenendo l’inadeguatezza del limite umano, diventa fecondo e attivo, non si riduce ad un semplice, vicendevole, aiuto, ma ci spinge alla reciproca formazione interiore , ci fa nascere l’uno per mezzo dell’altro nell’amore verso Dio in un cammino di santificazione.

Se quindi Tu, Gesù, hai mantenuto il tuo servizio fino alla morte in croce,  noi nutriti dalla grazia della Eucaristia non possiamo far altro che mantenere, pure nei nostri limiti, la volontà di rispondere con coscienza alla tua chiamata, mettendo al centro del nostro pensare e del nostro agire non noi stessi ma in primo luogo il coniuge e con lui il prossimo più prossimo, i familiari, fino ad ogni persona che incontriamo.

Nella nostra vita quotidiana possiamo perseverare nel perseguire i “gesti eucaristici” che la stessa celebrazione dell’Eucaristia alla quale partecipiamo insieme ci propone. Se riflettiamo, infatti, sui momenti della S. Messa troviamo tutti gli atteggiamenti che concorrono a creare la comunione domestica: l’accoglienza, il perdono reciproco e la richiesta di perdono, l’ascolto che si espande anche in Ascolto della Parola fra le mura di casa, l’offerta di noi stessi per il bene degli altri, il ringraziamento, la preghiera fatta insieme, la condivisione dello stesso pane e della stessa fede, la ricerca della pace e la testimonianza del bene ricevuto.

Seguendo questo insegnamento anche per noi sposi sia possibile, Signore, lungo la nostra ricerca, sicuri di averti incontrato nell’Eucaristia e nella vita dire all’unisono, soprattutto ai nostri figli come a tutti,  allo stesso modo di Giovanni “Il Verbo della vita, Colui che abbiamo veduto e sentito lo annunziamo a voi, affinché anche voi abbiate comunione con noi. ….E noi scriviamo queste cose affinché la nostra gioia sia piena” (1 Gv.1, 2-4).




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