Il vero amore è sempre fecondo

di Giovanna Abbagnara

A colloquio con il Card. Caffarra, insigne maestro del Vangelo della famiglia e della vita. Lo abbiamo incontrato in occasione del suo intervento sull’attualità dell’ enciclica Humanae Vitae alla XVIII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Eminenza, dopo anni di acceso dibattito dentro e fuori la Chiesa, intorno all’Humanae Vitae oggi sembra calato un grande silenzio. Perchè?

La condizione in cui riversa oggi l’insegnamento dell’Humanae Vitae è il segno di una sfida molto forte che lapost modernità occidentale ha lanciato da qualche anno alla Chiesa.

Di quale sfida parla?

La sfida è che l’uomo può vivere una buona vita, anzi una vita migliore se vive come se Dio non ci fosse. Mai una cultura aveva sfidato il cristianesimo in questo modo. È la sfida di chi rifiuta la proposta salvifica cristiana perché la richiesta, o fatta o non necessaria, è in ogni caso opinabile in base ai gusti di ciascuno. Il trattamento che nella società occidentale, soprattutto nell’Europa, sta subendo il matrimonio è al riguardo esemplare.

In questo contesto, qual è l’atteggiamento verso l’Humanae Vitae?

Tutti i presupposti veritativi di carattere antropologico che sono alla base dell’enciclica sono stati progressivamente erosi, distrutti dalla cultura occidentale in questi trent’anni. Questa erosione ha reso l’Humanae Vitae non più difficile di prima da praticare ma l’ha resa impensabile. “Non posso più fare che la chiesa continui ad insegnare l’Humanae Vitae” mi diceva una persona. Sottolineo non ha detto che non si può pensare che oggi i coniugi possano praticare l’ Humanae Vitae, ha detto che non si può più fare che la chiesa insegni questo, perché l’insegnamento è diventato impensabile.

Può chiarire meglio?

In sostanza l’affermazione centrale di Humanae Vitae si conta sulla percezione della presenza di un bene morale insito nel fatto che l’atto sessuale coniugale fertile sia al contempo unitivo e procreativo. La compresenza delle due capacità, unitivo e procreativo, non è un mero dato di fatto ma ha in se stesso, in questa compresenza, una preziosità di carattere etico che esige di essere rispettata. Tutto ciò  è diventato impensabile perché i presupposti dell’ Humanae Vitae sono stati tutti erosi e quindi l’insegnamento a questo punto è crollato.

Quali sono i presupposti antropologici dell’Humanae Vitae e qual è stato il contributo del magistero di Giovanni Paolo II?

Il primo presupposto dice che la persona umana è sostanzialmente una nella sua composizione di materia e spirito come dice il Concilio Vaticano II parlando dell’uomo e intanto il rapporto tra l’ io persona e il suo corpo non è solo di uso.

Il secondo presupposto afferma che la dimensione biologica della sessualità umana è linguaggio della persona dotato di un suo significato proprio e di una sua grammatica indipendente dalla soggettività di chi ne fa uso. Se il bacio di Giuda ci sconvolge tanto profondamente è perché il gesto del baciare ha un suo significato proprio e compierlo, dandogli un altro senso, è avvertito dal normale senso morale come qualcosa di  riprovevole. In questo c’è stato un grande apporto dal magistero di papa Giovanni II sull’ Humanae Vitae.

Il terzo presupposto dice che la grammatica che regge il linguaggio della persona nella sessualità è la grammatica del dono di sé e da ciò deriva che il rispetto di questa grammatica esige una profonda e intima integrazione fra eros e agape, fra pathos, eros e logos. Anche qui la grande tematica va affrontata in Amore e responsabilità di Giovanni Paolo II.

Giovanni Paolo II diceva: “Esiste una vera e propria necessità di una filosofia della vita e della “procreazione” Una adeguata impostazione deve ispirarsi alle norme della morale oggettiva basata su una visione autentica e globale della persona umana”.Vige ancora questa necessità?

La necessità della ricostruzione di una vera antropologia come base  ragionevole di una dottrina matrimoniale, è certamente uno dei piani su cui si deve esercitare la missione della Chiesa oggi. I dibattiti che stanno avvenendo oggi nelle nostre società europee circa una ridefinizione dell’istituto matrimoniale, fatto questo mai accaduto nella storia dell’umanità, dimostrano come il confronto stia avvenendo soprattutto sul piano del pensiero. E dopo di lui la grande sfida che il magistero di Benedetto XVI sta lanciando e cioè ricostruire un vero patto di amicizia fra la fede e la ragione in virtù di una grande testimonianza di carità, costituisce il nodo cruciale dell’evangelizzazione oggi e anche la condizione in cui versa l’Humanae Vitae lo dimostra ampiamente.




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